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29 giugno 2013

(34) CASO FELIPE ANDERSON. IL MERCANTE DI FORMELLO E’ DIVENTATO UNO SPARTACO SPEZZA CATENE?


(34)
28/06/2013



    Solo i cretini non cambiano mai parere e alcune cose da me dette su Lotito debbono essere cambiate alla luce degli ultimi avvenimenti. Iniziamo.

     Nel post del giorno precedente al derby di coppa (Derby di Tim Cup, un derby da storie da Lazio) definivo quel derby una storia da Lazio visto che la nostra società era stata data, da signori che avevano note simpatie per la squadra dei corropolesi (leggi Andreotti e Storace), al cognato di Mezzaroma, la cui famiglia era stata proprietaria, in coabitazione con i Sensi, della Romea. Fu così che il fino ad allora sconosciuto Claudio Lotito diventa presidente della società sportiva Lazio. Appena insediato, grazie ai tifosi raggiunge un accordo con l’Agenzia delle entrate per spalmare il debito che la società aveva con l’erario e inizia a fare pressioni per far costruire lo  stadio della società sui terreni che la famiglia dei Mezzaroma possiede sulla via Tiberina. Diciamo che è una delle non poche sinergie che ogni tanto emergono tra il presidente della Lazio e la sua famiglia acquisita, con la quale condivide tra l’altro la proprietà della Salernitana.

     Dunque Lotito entra in possesso dell’oggetto del nostro amore grazie a tutta una serie di personaggi istituzionali peperones e  chiedendo probabilmente  il parere sull’affare ai Mezzaroma, visto che nel calcio, a differenza sua, c’erano già stati e certo ne sapevano di più di lui. Da lì i sarcasmi di molti peperones sul Lotito romanista alla guida della Lazio. C’è chi spergiura sul Lotito giallorosso e chi al contrario sul Lotito biancoceleste. Girano su youtube filmati in cui si trova in mezzo a tifosi peperones esultanti per un gol segnato ad un derby ma ad onor del vero lui non sta festeggiando. Quasi da subito si contrappone con una parte del tifo laziale, che di suo non ci fa poi una bella figura visto che voleva far comprare la squadra ad una cordata con  personaggi legati alla malavita, anche se il tutto si spera in buonafede

      Certo il carattere spigoloso di Claudio Lotito non aiuta e questo, legato anche a scelte di mercato, comincia a creare una frattura sempre più larga con un bella fetta di tifosi. Comprare una decina di giocatori l’ultima giornata di mercato, a parametro zero, non è proprio il massimo e andare in Champion e vedersi la squadra rafforzata con i Vignaroli e gli Artipodi non ti rende felice. Anche le sue visioni ragionieristiche non aiutano. Definire una jattura economica la vincita di  uno scudetto non solo non va incontro ai tifosi ma è anche una stupidaggine bella e buona. Per vincere gli scudetti non è necessario fare delle follie e spero che il nostro prima o poi comprenda che il Manchester United, con una capitalizzazione di oltre 2.000 milioni di euro, è un grande affare economico, al contrario della  Lazio, relegata al nulla con quei ridicoli 27 milioni di capitalizzazione.

    Credo che qualcuno non abbia compreso le enormi potenzialità di rivalutazione della ss. Lazio. Per far capire prendo ad esempio sempre il Manchester United. Negli ultimi 27 anni ha vinto 38 trofei e la Lazio, nello stesso periodo 11, comprese due coppe europee (coppa delle Coppe e Super Coppa Europea vinta proprio contro il Manchester United). E’ vero che la squadra inglese lotta sempre per i primi posti e la Lazio non lo ha fatto in maniera continuativa ma capitalizzare 74 volte meno è ridicolo. E lo è ancora di più se si considera che la storia della Lazio è mille volte più bella, e le storie sportive belle date in mano a persone che sappiano rivalutarle producono sogni che si trasformano nel sentirsi parti dello stesso segno sogno, con tutto quel che ne consegue in royalty ed incassi, a fronte di costi contenuti. Tra l’altro una Lazio da primi posti in Europa avrebbe più credibilità anche a Roma per la costruzione del suo stadio.



      È nell’ottica della jattura economica che quando c’è da fare il salto qualitativo il nostro si blocca e non compra nessuno negando in pratica da circa tre anni la possibilità alla squadra di partecipare alla Champion, con quei vantaggi non solo sportivi ma anche economici che ne deriverebbero visto la sua ridicola capitalizzazione.

     Il danno enorme per la mancanza da anni di uno sponsor sulle maglie, il continuo litigio con alcuni giocatori che altrettanti danni economici hanno prodotto alla società, completano il quadro del personaggio, con tutti gli spigoli di cui è, per natura, abbondantemente fornito. Ma la gestione Lotito non è stata solo questo, non è stata solo fonte di arrabbiature per il laziale. I prezzi contenuti, i cuccioloni, Olimpia, sono comunque dei tentativi di riavvicinamento ai tifosi supportati da risultati sportivi che pur nel voluto (e ragioneristico) minimalismo hanno dato non poche soddisfazioni ai laziali.

     Certo il nostro è notevolmente supportato dal fattore C. (con la maiuscola per evidenziarne l’eccezionale qualità e quantità). Pensate che sarebbe successo se il 26 maggio….. Ma non è successo, e non solo per fortuna, perché comunque la  nostra squadra, nei suoi uomini base, è una delle migliori squadre del campionato, sicuramente migliore della più blasonata e costosa Romea.  Spendere di meno, molto di meno, per ottenere di più non può comunque essere mera fortuna, ci sarà del metodo o no?

     Dunque Lotito giallorosso o Lotito Biancazzurro? Quasi “me ne po’ fregà de meno”. Anzi sarebbe bello pensarlo solo giallorosso per la più completa e totale disperazione di lor signori (signori? È solo un modo di dire). Essere sconfitti da uno di loro ed avere un laziale, Muzzi,  sulla panchina della Romea ed un ex dirigente che si avvolge  di bianco celeste in campo potrebbe essere il risultato di una coreografia celestiale. Ma, tornando a Lotito, noi lo abbiamo visto gioire e sollevare la coppa, la coppa della nostra gloria e della sconfitta della loro boria, per cui basta con questa storia.

     Se il presidente Lotito, si presidente, smettesse di fare il mercante di Formello, non solo potrebbe diventare per caso il più grande presidente nella storia della Lazio, ma ne avrebbe dei vantaggi economici che a mio parere, come detto non gli sono ben chiari. Resta il fatto, ed è storia da Lazio anch’essa, che per la prima volta un presidente europeo riesce a spezzare la dittatura economica che permette, a società terze in sud America, di tenere prigioniero un giocatore contro la sua volontà e contro la volontà della società che lo fa giocare.

     Chiudo con due versi in romanesco:
 “Va a finì che artro che mercante de Formello,
basta vedè c’ha fatto co’ ‘a  storia de Anderson  Felipello,
quer poro talento sud americano
prigioniero de quer  fondo nimmanco brasiliano.

E dopo avè conosciuto er Lotito ragioniere,
scostante, spigoloso e de poche maniere,
eccotelo tiè   pronto a rompe tutte le catene,
come  Spartaco, pe’ allevià de l’artri tutte le pene.

                               Decimo




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