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31 ottobre 2014

(36) STORIE DE DERBY. FERRUCCIO E ER MARAMALDO A CIASCUNO IL SUO

(36)
30/10/14

Questa è una poesia, non l’unica, che ho scritto per una grande “benefattore”  della Lazio. Francesco Totti è di certo un campione, cosa che certi finti tifosi laziali, che io definisco “pittati de blù”,  non sanno  e non vogliono riconoscere. Francesco Totti è soprattutto uno che sa essere coach (in romanesco se pronuncia in un altro modo) e che esaltato da un ambiente coach, riesce a dimenticarsi nei derby di essere un grande giocatore per indossare i panni, meglio le magliette con le quali irridere gli avversari. Il suo problema, tra “amo’ oggi che me metto sotto?”,  è che questa sua voglia di perculeggiare è talmente tanta che poi le partite della vita le toppa in discreta quantità (8finali perse, record!) Gli vorrei chiedere che ti eri messo il 26 di maggio, ma sorvoliamo. Post queste due vecchie poesie che per un disguido non erano mai state apparse su questo sito.

 

 

 17 marzo 2011

 

    Scrivi una poesia sul derby, peraltro riuscita, e ti accorgi che coloro cui è rivolta e che accusi di avere comportamenti da Maramaldo non solo la gradiscono ma ci si riconoscono alla grande. Si perchè se accusi un Maramaldo di essere tale, se lo è veramente ne sarà contento. Per questo ho sentito la necessità di una poesia .....di puntualizzazione.... 

 

A CIASCUNO IL SUO

 

'Na prefazione è doverosa.

All'inizio 'sta poesia m'ha mischiate l'idee.

Piaceva a me, ma a loro quasi de più, e me chiedevo:

Ma come, ve chiamo Maramaldi e aridete?

Ma che gioco strano è questo?

Strano? È er gioco de 'a vita.

Avete visto mai 'a pupù?

E che s'offenne se 'a chiamate pe' nome?

Contenta, cerca solo de puzza 'n po' de più.

 

STORIE DE DERBY. FERRUCCIO E ER MARAMALDO

 

Te l'ha ricordi Francè de quann'eri piccolino

e la maestra de scola, che chiamavi “alimentare”,

t'arriccontava 'a storia de Ferruccio er capitano,

ammazzato dar Maramaldo, vijacco  e assassino?

 

A storia, 'o studio, non t'hanno mai attizzato

ma quer ricconto t'ha in pratica  segnato.

Volevi diventà come Ferruccio, er capitano

e sempre contro ar Maramaldo,  appunto l'assassino.

 

Ma 'e cattive compagnie c'hai frequentato

quer bravo regazzo ch'eri l'hanno proprio aruvinato.

Te l'aveva detto mamma tua, leggi Pinocchio

dove a evità brutti ceffi 'mpari i''n batter d'occhio.

 

Tutta la vita a corre appresso ar sogno de bambino

de diventà come er Ferruccio de Firenze, un granne capitano

e poi 'e cattive compagnie,c'ho sai come va,

spesso te fanno fa er contrario de quello che volevi fa.

 

E così t'aritrovi a festeggià co' na maja su petto

l'aripurga a chi t'aveva dato quattro lezioni in fila de carcetto.

T'hanno trovato a affogà de sputi 'n poro danesino

e a corre appresso a l'avversari come un vecchio malandrino.

 

'Gni du minuti chiedi all'arbitro n'espursione

perchè l'avversario tuo t'ha guardato storto  prima d’ogni azione

Poi hai cercato, come ai tempi belli,

de' spezzà 'e gambe puro a Balotelli.

 

Ma er patratrack, er granne botto

sei riuscito a fallo solo co' l'urtimo derby quaresimotto.

Te ripeto, tutta 'na vita hai studiato pe' diventà er granne capitano

e poi t'aritrovi a segnà a  'n portierino,

co' 'a faccia verde pe' er  laser truffaldino.

 

M'aripeto ancora. Tutta 'na vita caro Franceschino

hai corso appresso ar sogno der granne capitano

e invece co' 'sto derby sarai aricordato

come er Maramaldo vijacco che ha segnato du' gol a un cojone  sapennolo accecato.

 

                                      Decimo

 

 


 

 

Riproduzione vietata

29 ottobre 2014

(35) ER SENSO D'A VITA

(35)
29/10/14
 
Quello che è successo a Cristian e a suo padre mi porta a delle considerazioni. Ognuno ha sue spiegazioni per queste tragedie che ci lasciano sgomenti. Le diamo con la nostra cultura, con il nostro vissuto. Confermo in pieno quanto scritto di getto. Questo per  me è l’ulteriore conferma della non esistenza di Dio. La nostra esistenza, malgrado  tanti cantori ce la descrivano come una cosa sempre meravigliosa, alla baci perugina, è sempre legata alla casualità. Svolti l’angolo e ti può succedere di tutto e il suo esatto contrario. La vita ti può anche offrire regali  meravigliosi spesso confezionati  con carta “tutta spine”.  
 
 
01/04/14
 
 
 Questa non è solo una poesia, è una filosofia di vita, mia madre ne ha riso.
 
 
 
 
 
 
 
ER SENSO D’A VITA
 
A dillo forse se fa’ peccato
visto che  quarche sfizio m’o so’ puro levato,
eppure ‘sta  preghierina, ‘n sacco amara,
‘gni tanto me sorte fora, para para.
 
Oh mammina  mia bella, e puro bendetta,
ma quer giorno nun bastava faje solo‘na pugnetta?
Nu’ ‘o dico da puritano, che io n‘i posso sopportà,
ma se  quer giorno facevi  solo ‘na passeggiata co’ papà?
 
Questo è er senso d’a vita che si sei svejo a capì ‘e cose
T’accorgi presto che so più ‘i dolori che ‘e rose.
Eppure c’è gente, e sotto a chi tocca,
che l’impicci s’i crea cor sorriso ‘n bocca.
 
Certo n’artro fratè avrebbe preso tutto er cucuzzaro,
ma io nun me sarei mai fatto pe’ questo er sangue amaro.
Quello tutto felice de avello preso ‘n quer posto là,
io ner purgatorio o all’inferno, o ner nulla, festeggiavo puro là.
 
                             il sommo vater
 
 
Nelle storie da Lazio     (35)
 
 
riproduzione vietata
                        
 
 
 
 
 

27 ottobre 2014

(34) CIAO MEZZO SOLDO DE CACIO


(34)
27/10/14

 
 
M’avevano detto che te vedi stasera, Don Matteo? “Si a noi ce tocca, ma state attenti voi de non vedè oggi le comiche. Attenti a Stanlio e Olio”. Poco dopo le 23, dopo aver vista la “strada dritta”, vado a vedere televideo e caccio un urlo di gioia, Valè,  7 a 1!  Valè 7 a 1! Con lui incredulo che alza la testa dai libri per andare a vedere televideo. Lui doveva studiare ma io non potevo stare fermo senza andare a farmi una birra al pub. Arrivo, e non comprendo al volo che un pub laziale può ospitare romanisti afferpati e frastornati, ma Sandrone mi saluta quasi dentro la macchina e via, che deve succedere, na’ bira e a casa, contento. Poi sento di quello che è successo, di quello che ti è successo, che nella stessa ora in cui ero felice per la vostra sconfitta una macchina infame come il destino aveva deciso di ghermire la tua vita di  mezzo soldo di cacio che al massimo da grande sarebbe diventato un soldo di cacio intero come papà e la mia felicità se ne è volata via con te. Spero che tuo padre non abbia mai potuto capire che mezzo soldo era già volato via.
 
 
Tu non mi conoscevi e non avrai possibilità di farlo ma ti giuro se fosse stato utile per la tua vita avrei voluto che il  7 a 1 l’aveste fatto voi. Avrei voluto sapervi così felici da allontanare quei minuti che vi avvicinavano alla morte. Avresti pregato tuo padre di festeggiare allo stadio ancora un po’. Ci sarebbe stato tempo di prenderti in giro, di vederti crescere da sordo de cacio, tanto così piccolo era come se la tua stessa vita fosse stata segnata, non saresti mai potuto diventare lo strafottente, violento e cretino, per cui una partita di calcio è questione di vita o di morte. Tu avresti potuto usà solo la lingua, da romano, beh non s’allargamo da romeo dentraemura, e io co’ quella  t’avrei risposto e se me capitava te c’avrei  incartato o me sarei fatto incartà.
 
La storia tua, di mezzo sordo di cacio figlio di un sordo di cacio intero, è per me la  prova del nove che nun esiste nulla dopo, ma se dovesse esistere prima de famme buttà all’inferno j’armo un casino tale, pe’ tutti i mezzi sordi de cacio che nun dovevano morì, che nimmanco te l’immagini.
 
Decimo