Ho scritto questa
poesia per l’amico Rone Pepe, improvvisamente scomparso alla vita sportiva in
una sera di maggio, che non voleva più parlare di calcio, di pallone, di reti,
che noia, uffa!!! E poi ritornato a nuova vita calcistica nella sera del 18
agosto. Ma prima della poesia una cosa importante. Quando Petkovic e company
sono entrati negli spogliatoi alla fine del primo tempo perché non ne sono
usciti più? Almeno qualcuno li ha avvertiti di spegnere le luci?
ALL’AMICO RITROVATO E
SPERAMO SUBITO RIPERSO
In quer giorno de
maggio tutto er monno t’era crollato,
avevi perso voja de
parlà e puro er colorito.
Er carcio t’era
diventato come ‘n marziano
che pure se l’hai
visto ‘n faccia nun voi parlanne co’ nissuno,
pe’ nun esse scambiato
come ‘no scemo gnente male
che tifa pe’ l’urtima
squadra da capitale.
Poi all’improvviso, co’
‘na serata d’agosto,
sei ritornato a vive
gajardo e tosto,
e quello che fino a
n’ora prima non era un dondolio
ma dell’alzheimer
sportivo solo er tremolio,
se n’è ito via facennome
aritrovà, ma solo pe’ ‘n minuto,
l’amico romatriste c’avevo
conosciuto
Decimo