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23/12/13
L’essere
razzisti sta al laziale, quello vero, quello che conosce le sue origini, come
il diavolo sta all’acqua santa. Questo per fare delle precisazioni su quei signori
che puntualmente ad ogni partita casalinga della squadra dei colori del cielo,
ce la mettono tutta a farle squalificare il campo. Ora abbiamo una sanzione,
sospesa, che appena accadrà qualche altro episodio di razzismo comporterà per
la Lazio due giornate di chiusura per la sua curva.
Alle
poche centinaia di razzisti “gliene potra fregà de meno”, non saranno certo
loro i penalizzati visto che non hanno mai voluto l’abbonamento, per non dover
fare la tessera del tifoso. Sarà un problema per gli altri tifosi, magari per
quelli antirazzisti, per quei laziali veri che conoscono gli ideali per cui
nacque la loro squadra, ma cosa volete che interessi ai signori della Lega?
Questi
signori non riescono a comprendere come
si combatte il razzismo, e i loro comportamenti, se non fossero drammatici, sarebbero da
scompisciarsi dal ridere. Loro per educare 100 razzisti sono dispostissimi a
punire migliaia e migliaia di tifosi. Sono i particolari pompieri senza macchia
e senza paura che per difendere la casa da un possibile incendio razzista
preferiscono non circoscrivere il problema, isolarlo e poi colpirlo, nooooo, ma
quando mai!!! Mille volte meglio per questi signori eliminare il problema alla
radice e buttare già la casa. Raderla al suo. Raggiungendo le vette di una
incapacità totale ad affrontare e
risolvere il problema del razzismo nelle curve.
Eppure
risolvere o anche solo contenere il razzismo negli stadi è possibile con
interventi mirati. Si entra allo stadio con tanto di nome cognome e con tanto
di faccia che permette l’individuazione
di molti, anche se non di tutti, e la Lega lì a fare orecchie di
mercante. Ma l‘apice nell’incapacità di punire i razzisti negli stadi la si ha
quando questi episodi di razzismo riguardano i pochi tifosi della squadra
ospite. L’ultimo episodio, quello della Roma a Milano è significativo di quanto
siano incapaci questi signori. Io non voglio entrare nel merito se i tifosi
della Roma abbiano gridato slogan razzisti o meno, d’altronde quegli slogan li
troverei abbastanza naturali per la squadra voluta dal regime di faccetta nera.
Ma la Roma nel ricorso dichiara che non
solo che è stato frainteso quanto gridato dai suoi tifosi ma afferma una cosa
ovvia e per questo paradossalmente gravissima. Quando la Roma asserisce che su
1700 suoi tifosi al seguito ben 900 non sono residenti a Roma dichiara urbi et
orbi che non solo il sistema permette di conoscere il nome e cognome di ogni
singolo tifoso che entra allo stadio ma anche di conoscere la residenza e
quindi di poter fare con la telematica praticamente tutto, anche bloccare
l’accesso a tutti i tifosi che hanno partecipato a quell’evento, senza però
penalizzare gli incolpevoli, gli innocenti che in altre faccende erano
affaccendati.
Personalmente già il non essere capaci di penalizzare i soli tifosi
colpevoli di un reato è odioso, figuriamoci se questi signori della Lega si
permettono di coinvolgere anche chi non era presente. Creo che questo
comportamento rasenti addirittura un reato penale, quantomeno un abuso di
ufficio.
Decimo