Perdere un derby, farlo in malo modo, ti fa rodere il chiccherino un giorno, il tempo di essere perculato dal testaccino di turno, ci sta, poi basta. Noi restiamo noi e loro, costantemente alla ricerca della loro romanità inesistente, certificata come tale dai loro stessi scritti, tornano a essere i romei scappati de casa, e accolti a Roma come storia racconta...
Ma una cosa non mi è passata. Questa dirigenza ha insegnato ai nostri giocatori una moralizzazione che sa tanto di offensiva presa per il culo. E' riuscita a delazializzare certi comportamenti, certi attaccamenti alla maglia, che erano dei Couto, dei Simeone, degli Stam, dei Di Canio, alcuni allontanati proprio per questo, per dare ad una Lazio che non protesta mai un modo di stare in campo che nemmeno i chierichetti e le educande avrebbero.
Ora nemmeno veder scorrere il proprio sangue in area avversaria, in un derby per giunta, li fa protestare con veemenza a giocatori trasformati in senza palle? Forse Milinkovic e gli altri si sentivano colpevoli di aver macchiato di rosso sangue l'area avversaria? Temevano l'espulsione per aver sporcato il manto erboso? E Luis Alberto che premuroso butta la palla fuori per far soccorrere un Pellegrini in gran forma quale episodio del libro cuore avrà letto?
Ci sarebbe tanto ancora da dire su questa società senza un baiocco, inadeguata, che si permette però di non avere vivaio e di vedere negli ultimi due anni retrocedere la Lazio primavera in serie B. Di solito chi non può permettersi una Ferrari non la compra o se l'ha vinta in premio la vende. La Lazio è troppo per lei Presidente?
FORZA LAZIO, SEMPRE
DECIMO