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29 aprile 2013

(20)PER UN DERBY CHE SAPPIA SOLO DI DERBY. ADOTTA UN GIALLOROSSO, VAI ALLO STADIO IN CORTEO E LASCIA A CASA GLI IMBECILLI VIOLENTI.

(20)

28/04/13

     Il derby è diventato per alcuni personaggi una questione di vita o di morte. Da quando è entrata la politica negli stadi la contrapposizione è apparentemente totale, solo apparentemente perché, al contrario, c’è un paradossale denominatore comune tra le ali estreme delle “opposte” tifoserie. Il definire con spregio l’altro “giallorosso ebreo…..” di una curva, a cui l’altra curva risponde con “laziale ai forni”, la dice lunga sul vergognoso orientamento di certi personaggi, che riescono, nel loro assurdo odio religioso e politico, a fare “finte” contrapposizioni e reali gemellaggi con l’altra tifoseria. Alcuni di questi “tifosi” così “contrapposti” hanno devastato insieme  un pub che ospitava dei pacifici tifosi del Tottenham, identificati con disprezzo come”juden”  (* vedi nota) .
    Torniamo al derby. Potrei, da laziale, asserire che il razzismo sia in totale contrasto con la storia Lazio e che al contrario la Roma è nata per volontà del regime…., ma non ho voglia di aumentare in questo momento divisioni che servono solo a criminali imbecilli per mettere a rischio la loro vita e quella degli altri, per quella che resta e deve restare una  partita di pallone. Il derby deve ritornare ad essere la partita dello sfottò, delle prese in giro, della lingua puntuta e non delle lame vigliacche. Una continuazione della vita, dove una volta si vince e un’altra si perde. Per questo motivo sarebbe bello se si andasse allo stadio in corteo, con  centinaia di giovani studenti, e giovani calciatori, accompagnati dai rispettivi insegnanti, e magari dai genitori, insieme laziali, romanisti, o anche semplici amanti del calcio, per isolare e ridicolizzare i violenti imbecilli.
                                                                       Decimo

*    A proposito di “giudei” se questi signori si documentassero un po’ scoprirebbero l’impensabile su quanto una percentuale elevatissima di ebrei, considerando il loro limitatissimo numero rispetto agli altri italiani (uno su mille, circa), abbia contribuito alla nascita del partito fascista. Scoprirebbero chi ha tradito chi. Ma la storia, maestra di vita, non può esserlo per chi volutamente la ignora. (Wikipedia: “Il fascismo e la questione ebraica”, o anche su google “ebrei fascisti”).



22 aprile 2013

(19) I RECORD SILENZIATI DI TOUNKARA MAMODOU.

(19)

21/04/13



     È con gioia, per la disperazione dei razzisti di tutte le bandiere, che oggi parlo di Tounkara Mamodou, classe 1996, senegalese con passaporto spagnolo, giocatore primavera della società sportiva Lazio. Perché Tounkara Mamadou è nero e bravo. Della serie “black is magic”. Mentre tutti parlano  degli epici record del pupone, e ancor più dei suoi record futuri, dando per scontato che ce ne siano altri, zitto, zitto, quatto, quatto, un giocatorino della Lazio, di 17 anni appena compiuti, di record ne fa uno, due…..forse tre.

      Segna un gol nella partita del campionato primavera di sabato 20 aprile terminata con la vittoria della sua squadra e il giorno dopo, giorno di riposo per tutti i giocatori normali, si riposa a modo suo portando la Lazio alla vittoria nel derby con gli allievi con la Roma, segnando pure due gol.

     Basta? Nooo! Ma non è lo stesso giocatore che ha partecipato all’altro derby vinto dalla Lazio primavera a Trigoria il 3 aprile 2013? Due derby vinti in 19 giorni. Se fosse stata la Roma la sua squadra avrebbero scritto fiumi d’inchiostro sui suoi piccoli record, ma lui è il piccolo giocatore della Lazio e non solo i suoi record sono silenziati ma anche i fischi razzisti contro di lui non hanno spazio sui giornali romani, anche se fanno interrompere per pochi minuti le partite ufficiali del campionato primavera.

     Basta? Speriamo proprio di no. Visto che Tounkara Mamodou ci sta provando gusto a giocare e vincere  i derby  contro la Roma, sarà proprio il caso di portarlo almeno in panchina a maggio…..

                                                                Decimo  





17 aprile 2013

(18) A PROPOSITO DI OMERTA’ CON I RAZZISTI. LA CUPOLA GIALLOROSSA A ROMA RILEGGENDO UNA VECCHIA COPIA DI REPUBBLICA.

(18)

14/04/13

    Uno fa ginnastica, va in bicicletta, naviga su internet e scrive post, e il tempo vola, non basta mai. A volte i giornali comprati e non letti si accumulano in attesa di tempi che permettano la loro lettura. Ovviamente la freschezza delle notizie ci perde parecchio ma la malafede dei giornalisti, leggendo episodi di qualche mese fa, a volte viene evidenziata in maniera clamorosa.
    Martedi 29 gennaio, pagina 17 del quotidiano la Repubblica. Mezza pagina contro un episodio di razzismo sugli spalti.  Il titolo: “Insulti razzisti. Dalla curva via la maglia come Boateng e la squadra lascia il campo”. Vi si parla di un ragazzino di 17 anni, di origini marocchine, che al solito epiteto di “negro di m….”, a 8 minuti dalla fine, si toglie la maglia e abbandona il campo seguito dalla sua squadra, che nel frattempo perdeva per 3 a zero. Pensate che la rilevanza data all’episodio da Repubblica, e dal suo giornalista, tale Francesco Saverio Intorcia, riguardasse una squadra professionista? Ma quando mai. Si trattava dello Sporting Pontecorvo impegnato contro la squadra del  Sant’Elia Fiumerapido.
     L’episodio è pure controverso, perché il presidente del Sant’Elia e il sindaco del paese lo negano Su tutto ciò indagano i carabinieri (al 29 gennaio). Il ministro Andrea Riccardi  ha stigmatizzato quanto accaduto e dichiarato di voler incontrare il giovane.
     Un plauso a Repubblica, in prima fila contro ogni forma di razzismo, anche quando riguarda sconosciuti campionati di vattela a pesca, ma tu, mentre leggi il giornale oltre due mesi dopo, sai già che purtroppo le cose non stanno proprio così. Che la stessa Repubblica, in complicità con altri giornali della capitale, ha nascosto un episodio clamoroso, non accaduto su qualche polveroso campo di periferia, di un altrettanto paese di periferia, di una sperduta provincia di periferia, ma nella capitale, con tanto di riprese televisive in diretta su Sport Italia, e per giunta in un derby del conosciutissimo campionato primavera, con le squadre, altrettanto conosciute, della  Lazio e della Roma.
     Accade tutto il 3 aprile 2013. La Lazio, squadra ospite nel campo della Roma, a Trigoria, conduce la partita per 1 a 0, con gol di Keita. Un altro ragazzo di colore, Tounkara, manca per poco il raddoppio e  partono i buu razzisti. L’arbitro sospende la partita e richiama i due capitani, dichiarando che se i cori non finiscono la stessa sarà sospesa. Capita l’antifona i cori razzisti cessano e la partita può riprendere. Gli “eroi” non comprendono certo che è ignobile sempre e comunque dileggiare dei ragazzini di 16 anni per il colore della loro pelle, ma il 3 a 0 a tavolino lo capiscono benissimo e per questi sono bravissimi nell’evitarlo, anche se per un pelo. Dell’episodio parla la Gazzetta dello Sport ma, come detto, non Repubblica e altri giornali romani.
    Domandina finale a Repubblica e al suo direttore. Perché episodi plateali di razzismo e di violenza (100 black block romanisti, armati di tutto punto, che nel dopo derby del 16 ottobre 2011, possono assalire anche famiglie pacifiche) non hanno diritto di cronaca? Io credo che cose di questo genere debbano essere condannate sempre. Quando smetteranno, alcuni suoi giornalisti, di far parte di quella specie di cupola omertosa che evidenzia  i comportamenti criminali, o solamente imbecilli, degli altri e al contrario quegli stessi comportamenti li nasconde, evita di parlarne, quando riguardano tifosi della squadra di cui loro stessi sono prima che giornalisti tifosi ultrà,  offendo tra l’altro la loro professione, per la quale sono pagati. Oltretutto il silenzio omertoso verso certi comportamenti criminali porta chi li attua a credere di essere protetto e a pensare che tutto gli sia consentito e chi li subisce a coltivare, al contrario, pensieri di vendetta, altrettanto criminali.
                                                                     Decimo



11 aprile 2013

(17) MOTORINANDO PER LA CITTA’. SOGNO IN PIU’ TAPPE A SOSTEGNO DELLE LAZIO E CONTRO I GIORNALISTI COMPLICI.

(17)
10/04/13
MOTORINANDO PER LA CITTA’. SOGNO IN PIU’ TAPPE A SOSTEGNO DELLE LAZIO E CONTRO I GIORNALISTI COMPLICI.
    Come si dice? L’appetito vien mangiando. Vista la geniale, bellissima idea di andare a prendere i giocatori della Lazio a Formello e scortare il loro pullman fino allo stadio Olimpico, perché non ricordarsi di alcune cosine  e finire in bellezza una giornata che sarà comunque grandiosa e che vedrà protagonisti i tifosi della Lazio, in una manifestazione di sostegno alla propria squadra, come mai accaduto in Italia? 
Le tappe del possibile1 Lazio  tour:
Prima tappa da Formello all’Olimpico. A sostegno e a fianco dei propri giocatori, con ogni mezzo, dal motorino al camioncino;
Seconda tappa. Nei primi 10 minuti di partita concerto per clacson e voci soliste, girando intorno all’Olimpico, della serie che tutta l’Europa senta;
Terza tappa. Concerto per sole voci di sostegno sotto la curva nord per il resto della partita;
Quarta, quinta, sesta e settima tappa per le vie della città, sotto le sedi di quei giornali che a parole condannano il razzismo e la violenza  e poi nei fatti, omertosamente  proteggono alcune frange di violenti.
                                                             Decimo


(16) CONTRO IL RAZZISMO DI CHI NASCONDE IL RAZZISMO. LE COLPE DEI GIORNALI E LA VERGOGNA DEI GIORNALISTI ULTRAS.

 (16)
  09/04/13 

CONTRO IL RAZZISMO DI CHI NASCONDE IL RAZZISMO. LE COLPE DEI GIORNALI E LA VERGOGNA DEI GIORNALISTI ULTRAS.

    Ormai i derby romani sono diventati per molti un andare in guerra contro il nemico, colpevole come in ogni propaganda guerrafondaia, delle peggiori nefandezze. Se a questo giochino partecipano deficienti senza arte né parte è una cosa; ma se vi partecipano attivamente giornalisti e giornali, il problema acquista un ben più rilevante spessore. Non si può essere contro il razzismo se l’episodio da condannare riguarda tifosi della squadra alfa e  poi nascondere episodi altrettanto vergognosi quando  sono coinvolti tifosi  della squadra beta.

     Fatti, non parole. Non è la prima volta che i giornali romani incappano in questi comportamenti omertosi, complici. Il 24 ottobre del 2011, a derby appena finito, accade un episodio gravissimo.  Un centinaio di black blok romanisti (solo il giorno precedente qualcuno di loro si era evidentemente “esercitato” nella manifestazione di San Giovanni”), armati di caschi e bastoni, possono attraversare impunemente ponte Milvio non presidiato da nessuna forza di polizia, e spaccare qualche testa di chi gli capita a tiro, senza che nessuno giornale ne scriva il giorno successivo. Cosa pensate possa capire chi ha partecipato a quel raid? Si sarà pentito di quanto fatto, avrà avuto paura delle conseguenze, o al contrario si sarà sentito ancor più stimolato a riproporle dato l’evidente clima di impunità/omertà che lo proteggeva? E i pacifici tifosi dell’altra squadra si sentiranno meno pacifici e più vicini alle frange estreme del proprio tifo? Come vedete un comportamento ignobile di “sedicenti” giornalisti che “protegge” i violenti e aizza gli animi. Perché le agenzie, le redazioni romane e nazionali hanno colpevolmente taciuto la cosa?

     Continuiamo. A Roma non era stata mai stata sospesa una partita di campionato per razzismo e non è che non ce ne fossero i motivi. Poi arriva l’ultimo derby primavera giocato a Trigoria e vinto dalla Lazio, squadra ospite. Vengono fatti dei buuu razzisti ai danni dei suoi giocatori di colore. L’arbitro sospende la partita, e fa presente ai due capitani che non avrebbe continuato se non fossero cessati i cori. Dopo questa brevissima sospensione la partita riprende. Di questo episodio ne parla la Gazzetta dello sport ma non i giornali romani.

     E proprio ai giornali romani farei una domanda, la solita. Pensate che con il vostro comportamento omertoso chi ulula contro ragazzini di sedici anni colpevoli di avere una pelle dal colore diverso, possa comprendere di star sbagliando, o al contrario si sentirà confortato  a farlo di nuovo per i vostri “assurdi” silenzi? E come credete possano prenderla i razzisti presenti nell’altra squadra? Si sentiranno in colpa o ancor più determinati nei loro altrettanto vergognosi comportamenti? Visto che stiamo in tema di “vergognosi comportamenti” tranquillizzatevi cari giornalisti ultrà, nessuno riuscirà ad offuscare le vostre vergogne da primato!


    Se i giornali non comprendono che al loro interno è nata quasi una cupola di omertosa complicità con il tifo ultras, con sedicenti giornalisti offuscati dalla loro voglia di evidenziare gli episodi di tifo violento della squadra avversaria e di nascondere quelli che riguardano i tifosi della propria squadra, non usciremo da questa spirale di violenza. Credo che in alcuni giornali ci sia anche un meschino calcolo editoriale per cui queste colpevoli complicità sono frutto del desiderio di non irritare i  tifosi/lettori della squadra che ha un numero doppio rispetto agli avversari.

    Questo è un calcolo ridicolo perché la stragrande maggioranza dei tifosi di Lazio e Roma sono pacifici e non comprano giornali per vedersi esaltate o negate notizie perché il giornalista ultrà di turno, lui sì ultras a tempo pieno, così ha deciso.
    Totale  solidarietà con tutti i tifosi, di qualsiasi colore,  colpiti dalla violenza degli imbecilli e dei loro complici.

     Il razzismo, la violenza, si combattono sempre e comunque, tutto il resto è “complicità”.

                                                              Decimo


ps. Sento parlare gente, anche autorità, che pensano che una delle cause di questo clima di violenza sia dovuto all’orario in cui si è svolto l’ultimo derby. Ma non vi siete accorti che gli scontri sono avvenuti in pieno giorno? E a proposito di ordine pubblico ho due cose da dire. Si permette, a turno, che gli speaker “ufficiali” di Lazio e Roma siano nei fatti degli ultrà che già nella presentazione delle squadre esaltano la propria ridicolizzando l’avversaria. Vi sembra sportivo, quieta gli animi? E più importante. I violenti hanno la “cattiva abitudine” di fare gli scontri con gli avversari, di assalirli, di “puncicarli” lontano dagli occhi indiscreti dei poliziotti, riconoscibilissimi nelle loro divise e nei loro automezzi. Ma organizzarli, i poliziotti ovviamente,  “anche” in borghese, no?

04 aprile 2013

(15) IL TIFO NEGLI STADI. PERLE DI IMBECILLITA’.

 (15)
  04/00/13 
Una volta i derby romani erano famosi per la  proverbiale, graffiante presa in giro tra le opposte tifoserie, e quando parlo di opposte tifoserie sono costretto a fare una forzatura, perché la curva nord e la curva sud non avevano il significato odierno visto che il laziale e il romanista vedevano spesso il derby uno accanto all’altro. I lazzi, le scommesse, gli scherzi, le penitenze, il taglio dei baffi o dei capelli, il mettersi in mutande, il bagno nella fontana, erano tra le mille cose che il tifoso della squadra perdente era costretto a subire ma pensando già a come farla pagare ai cuginetti  al prossimo derby.

     Poi, poi è arrivata in maniera subdola la politica che ha trovato terreno fertile in qualche sciocco che non riesce a porsi domande nelle pur evidenti ridicole assurdità di quanto sostenuto da questi politici da tragicommedia.

     Sostenere che il sionismo è da condannare è giustissimo, ma pensare che il peggiore epiteto che si possa dire  a qualcuno è definirlo ebreo che senso ha? Ma questi la conoscono la storia?

     Prendersela con Platini per aver festeggiato nella tragedia dell’Heysel, e con la Uefa per l’eliminazione dei cani randagi prima del mondiale in Ucraina è sacrosanto, ma se poi sei lo stesso che per offendere a morte qualcuno lo apostrofi come ebreo sei solo un mostro di imbecillità. Ti scandalizzi per i cani randagi e poi dei bambini morti nei forni crematori non te ne frega nulla. Grande, ma chi sei! I bambini, anche quelli che pensi di amare dovrebbero fuggire da te, perché sei l’unico uomo nero dentro di cui avere paura.

     E che dire di quel gemellaggio osceno con i tuoi solo apparenti nemici giallorossi? Li fai a pezzi, a parole, con slogan razzisti definendoli negri, ebrei, e poi ti beccano insieme a loro a devastare un pub in cui ci sono dei tifosi inglesi, forse di religione ebraica. Ma i cugini non erano negri, ebrei, o la tua appartenenza a una ridicola fede politica è più importante della squadra che fai finta di tifare e a cui stai creando enormi difficoltà.

     A proposito visto che a ignoranza storica stai messo proprio messo bene vai su google alla voce fascisti ebrei e  scoprirai l’impensabile e chi ha tradito chi…..

                                                               Decimo
Nelle storie da Lazio