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27 ottobre 2014

(34) CIAO MEZZO SOLDO DE CACIO


(34)
27/10/14

 
 
M’avevano detto che te vedi stasera, Don Matteo? “Si a noi ce tocca, ma state attenti voi de non vedè oggi le comiche. Attenti a Stanlio e Olio”. Poco dopo le 23, dopo aver vista la “strada dritta”, vado a vedere televideo e caccio un urlo di gioia, Valè,  7 a 1!  Valè 7 a 1! Con lui incredulo che alza la testa dai libri per andare a vedere televideo. Lui doveva studiare ma io non potevo stare fermo senza andare a farmi una birra al pub. Arrivo, e non comprendo al volo che un pub laziale può ospitare romanisti afferpati e frastornati, ma Sandrone mi saluta quasi dentro la macchina e via, che deve succedere, na’ bira e a casa, contento. Poi sento di quello che è successo, di quello che ti è successo, che nella stessa ora in cui ero felice per la vostra sconfitta una macchina infame come il destino aveva deciso di ghermire la tua vita di  mezzo soldo di cacio che al massimo da grande sarebbe diventato un soldo di cacio intero come papà e la mia felicità se ne è volata via con te. Spero che tuo padre non abbia mai potuto capire che mezzo soldo era già volato via.
 
 
Tu non mi conoscevi e non avrai possibilità di farlo ma ti giuro se fosse stato utile per la tua vita avrei voluto che il  7 a 1 l’aveste fatto voi. Avrei voluto sapervi così felici da allontanare quei minuti che vi avvicinavano alla morte. Avresti pregato tuo padre di festeggiare allo stadio ancora un po’. Ci sarebbe stato tempo di prenderti in giro, di vederti crescere da sordo de cacio, tanto così piccolo era come se la tua stessa vita fosse stata segnata, non saresti mai potuto diventare lo strafottente, violento e cretino, per cui una partita di calcio è questione di vita o di morte. Tu avresti potuto usà solo la lingua, da romano, beh non s’allargamo da romeo dentraemura, e io co’ quella  t’avrei risposto e se me capitava te c’avrei  incartato o me sarei fatto incartà.
 
La storia tua, di mezzo sordo di cacio figlio di un sordo di cacio intero, è per me la  prova del nove che nun esiste nulla dopo, ma se dovesse esistere prima de famme buttà all’inferno j’armo un casino tale, pe’ tutti i mezzi sordi de cacio che nun dovevano morì, che nimmanco te l’immagini.
 
Decimo
 
 
 

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