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02 luglio 2017

LA LAZIO E IL TESORO NASCOSTO, L'INCREDIBILE TESORO NASCOSTO.


Caro Presidente lei è seduto su di una montagna di denaro che nemmeno immagina e non sto parlando del fatto di aver comprato la Lazio “pe’ du’ spicci” o della possibilità di fare lo stadio e tutto quello può esserci intorno allo stadio, ma di una cosa a cui nessuno ha pensato e che paradossalmente può agevolare anche lo stadio della Lazio intesa non solo come società calcistica, ma come la più grande polisportiva europea.

La differenza nelle società di calcio moderne la fa il numero dei tifosi. La Roma ne ha molti di più della Lazio e l’attenzione che la classe politica, giornalistica, direi anche arbitrale, dà a questa società è sotto gli occhi di tutti. Eppure è la Lazio e non la Roma ad avere la potenzialità per essere una squadra tra le più seguite al mondo e tutto questo le deriva dalla sua storia eccezionale, direi unica nei motivi che hanno visto nascere una società sportiva. E’ di quelle storie che sapientemente sfruttata vale una fortuna immensa.

Innanzitutto devo fare una comparazione per farle capire la grandezza delle cose, di cosa parlo. La squadra di cui è presidente ed azionista di maggioranza vale alla quotazione di ieri 0,6225 € per una capitalizzazione di 42,17 milioni, il Manchester United vale 16,35 $ alla borsa di NY per una capitalizzazione di 2,68 B. che in € fanno 2,22B di euro circa. La Lazio capitalizza oltre cinquanta volte meno del Manchester e la differenza è tutta nelle diverse vittorie delle due squadre e nel bacino di utenza. Il seguito del MU è dovuto esclusivamente a questo, non certo alla storia di come è nata la società, e di quello che è il suo vissuto extra calcistico, che a volte è alla base di molti film di successo, da “Quella sporca ultima meta” per capirci. E la Lazio, la sua storia di ieri, la sua storia di oggi, la sua storia di sempre, sta a ricordarci di quanto sia storia eccezionale che se comunicata bene di per se potrebbe far diventare la nostra società, di cui lei è azionista di maggioranza una delle squadre con più forte seguito al mondo, poi se a questa storia si dovessero aggiungere successi sportivi…

Dunque signor Presidente lei è azionista di maggioranza di una società la cui storia non è solo calcio ed è già di suo forse la polisportiva più premiata al mondo. Se a questo aggiunge la sua storia, dalla nascita... Fu società dei ribelli perché in un’epoca di nazionalismo imperante, che di li a poco avrebbe prodotto milioni di morti con la prima guerra mondiale, fu fondata da nove ragazzi nati a Roma, senza un baiocco che fosse uno, andando controcorrente.  Decisero di fondarla richiamandosi agli ideali olimpici dello sport che affratella i popoli, che fa cessare le guerre. Fu società di eguali perché il suo primo presidente mai volle firmarsi come tale ma per il presidente ritenendo la Lazio appunto società di eguali. Potrebbe bastare per la più bella storia di come possa essere nata una società sportiva, ma la Lazio è storia eccezionale in mille altre cose fatte, vissute, subite. A cominciare dalla finale negata prima della guerra. Al diventare, nello sciocco e falso immaginario collettivo, la squadra dei burini e di chi ha i soldi al solo nascere della Romea, la squadra dei romei, i pellegrini venuti da fora e appoggiati, loro si, fin dalla nascita dal potere politico ed economico e dai banchieri.

La Lazio è la squadra dei “corrotti” perché dei suoi giocatori infedeli avrebbero secondo la giustizia sportiva venduto a perdere delle partite. Per questo, dopo aver subito il danno anche la beffa della serie B. Al contrario per la Romea degli “onesti”, nella figura di suoi presidenti, con le fideiussioni, i rolex, e Roma Dundee, si  cercò di influenzare a proprio favore la classe arbitrale. Per loro, per le loro responsabilità del loro vertice, solo una ridicola sanzione pecuniaria e il reato amnistiato (Roma Dundee).

La Lazio intesa come società dei violenti ha avuto al contrario un padre di famiglia assassinato dai pacifici romei che per decenni hanno anche inneggiato alla sua morte, e sono talmente invisi (loro, sic!) al potere che una loro spedizione punitiva nel dopo derby del 16 ottobre 2011 a cui parteciparono un centinaio di blac blok romei (armati di tutto punto) non solo fu coperta dalla stampa romana che non ne parlò, ma nessuno fu in grado di scoprirne i responsabili. Per inciso io stavo sul ponte a testimoniare il passaggio di questi “pacifici” violenti.

Potrei continuare ma mi fermo qui. C’è del materiale per fare si che una società nata pensandola seduti su di una panchina, la società dei ribelli e degli eguali, possa diventare uno dei successi economici e sportivi mondiali del futuro. Io so quello che c’è da fare e quanto sia economicamente e ridicolamente poco costoso farlo per ottenere tutto questo. Sta a lei caro Presidente scegliere se vuole diventare uno dei presidenti più importanti nella storia dello sport mondiale o restare er sor Lotito della Lazietta e delle sue imprese di pulizie. Io non costo nulla e so dare soluzioni per far diventare, a prezzo ridicolo, la Lazio la squadra dei ribelli e degli eguali del mondo.

Non mi interessa nulla da dove Lei proviene e per chi tifava o tifa nel cuore. Certo se è laziale e meglio ma sarebbe storia da Lazio diventare grande con un presidente altro. Per il non laziale ci sarebbe comunque una montagna di soldi e gloria per aver ridato onore e rispetto ad una storia stupenda da troppi calpestata.

A Cla’ se ce sei e hai capito famme ‘n fischio.

Roma,  27 giugno 2017


"Decimo", poeta laziale.


PS. Caro Claudio ora la mail ce l'hai, sta  a te dire si, no, o fare finta di nulla.  

09 giugno 2017

IL PUPONE E' DIVENTATO NONNO. LA SUA STORIA CREDO SIA L'ALLEGORIA DI UN PAESE ALLO SFASCIO.

Giorni fa  all’Olimpico il popolo che ha applaudito alle dentiere di Silvio, alle rottamazioni del Matteo e alla democrazia dell’arroganza del Beppe su tutti, ha applaudito il suo naturale eroe sportivo, il più grande di tutti, come dice Maradonito, il livoroso. Nessuno idiota a domandarsi ma come fa Totti ad essere il più grande dopo di lui se dopo Armando il livorino ci sono stati Platini, Zidane, Baggio chi? e poi Ronaldo chi? e Messi chi? chi? chi? Proprio quello per cui Maradonito il falso ha fatto tutta “ ‘sta manfrina”. A Roma Paolo dice che se voi esse preso “per il c. se potemo mette d’accordo” e qui si sono tutti accordati.
In questo clima di autoesaltazione collettiva tutti a credere alle “stronzate” che dicono. E giù diplomi ad honoris per un signore che è stato maestro nel lancio degli sputi al danesino, nel cazzotto in campo, nella rincorsa per spezzare la gambe e colpire il giocatore in terra sulla testa. Poi proverbiali, I tre vaffa impuniti e i tanti tuffi, imparati forse quando era della Lazio nuoto, senza dimenticare il sollevar magliette.
 
https://www.youtube.com/watch?v=kPagS0A87Gc

E poi che dire della storiella dell’uomo che non ha mai cambiato bandiera? Ma perché secondo voi il pupone pagatissimo a Roma poteva lasciare mamma e papà e soprattutto una tifoseria che stravedeva per il suo sollevar magliette, per andare a giocare in squadre dove se non ti confermi giorno dopo giorno e non tiri dritto ti trovi in panchina in un attimo? Ve lo immaginate Francesco a Madrid? E ‘mo che maja me metto sotto?
Guardate che Francesco è stato un grande campione, non tra i più grandi come dice il livoroso, ma la voglia di perculeggiare l’avversario l’ “avemo già vinto, prima de giocà”, quello è stato il vero motivo per cui non ha mai abbandonato Roma, e in fin dei conti la “sua rovina”. Con lui in campo la Roma ha perso 8 finali su undici (record mondiale credo) e se ci fossero stati i suoi in finale avrebbe perso pure il mondiale.
Spalletti già era fuggito con la sensazione che lo spogliatoio avesse defraudato la Roma di uno scudetto e forse oggi se non ci fossero tutti questi esaltati a dirgli per tutto l’anno cosa doveva fare con il capitano magari il campionato avrebbe avuto altra classifica.
Non era lo spogliatoio romeo ad aver mandato via L. Enriquez per arrivare poi ad un Andreazzoli chi? La Lazio, meno forte ma più squadra riuscì a sollevare la coppa con Petkovich in panchina, ma Petkovich chi? Tutte questo è la storia della Roma, la più forte di sempre, con Francesco in campo. La Roma che ha vinto non so quanti derby in più della Lazio con lui in campo ne perde due di più di quelli vinti (17 contro 15).
Da laziale della società podistica Lazio, della squadra dei ribelli e degli uguali, che non ha nulla a che vedere con molti suoi pseudo tifosi attuali, romei solo pittati de blu, io non posso che ringraziare Francesco Totti. Sei stato grande, non come ti dipingono gli scriba servili, ma grande, e se avessi pensato solo a giocà invece di pensare a prendere in giro sarebbe stato dura per noi e io di tutto questo ti ringrazio e piango il tuo non essere più il capitano della Roma. Ma alla luce di tutto questo, per tutto questo, io piango il tuo addio al calcio
italiano ma che c’hanno da piagne i tuoi? Senza di te e con Lucianone senza più assilli avevo un paura, ma voi sapete risolvere ogni cosa . Pfiuuù, scampato pericolo.
Questo era lo striscione che un laziale avrebbe dovuto fare, come dicono quelli bravi, goliardico?
 
A L’ARTRI L’AVRAI FATTI PURO FELICI MA A NOI C’HAI FATTO DIVERTI'. GRAZIE FRANCE’
ps. Ma voi che piagnete tanto pe' chi votate?

01 giugno 2017

IL POPOLO DEI KHAZARI INCORONA IL LORO RE


Cominciamo dal diploma honoris  causa conferito al capitano delle Romea. È fitto il mistero per quale motivo gli sia stato conferito. Non sembra per la padronanza dell’italiano visto che in questo articolo  ci sono una marea di errori. Certo ce la mette tutta per presentarsi come simpatico e all’inizio dice la verità: “Mi sento un pesce fuor d’acqua, non centro niente qui in mezzo“, poi un obiettivo diventa un idolo e il resto è solo poesia:  “Con la voglia di costruire un futuro, e qui di futuri ce ne sono tantissimi qui.” per chiudere con ilo sogno di ogni laureato che si rispetti: “I miei genitori mi hanno insegnato L’insegnamento il rispetto e l’educazione per il prossimo,…”   



Si decisamente non deve essere stata la dizione  ad aver premiato il capitano, sarà per caso la sportività e le diverse discipline in cui eccelle? Primo nello sputo del danesino, nel cazzotto all’avversario, nel cercare di spezzare le gambe, nel calcetto in testa e nel triplo vaffa all’arbitro. Poi nei tuffi è stato tra i primi. Nel nuoto non eccelleva ma nei tuffi…..


Ma no tranquilli, non può essere lui, lui le bandiere non le cambia mai…


E meno male che l'ha cambiata la bandiera, checché ne dicano i finti pittati di blu, che tra n'impiccata de pupazzi t rovano pure il tempo per onorare la "sportività" del personaggio. Se fosse rimasto laziale oggi avrebbe completamente snaturato la natura della società podistica Lazio, come già molti pseudo laziali cercano di fare.


Io invece a Francesco gli sono grato. E' riuscito con lui in campo a veder perdere la sua Roma in 8 finali su undici e a perdere  con la Roma più forte di sempre, più derby di quelli vinti. Senza lo spogliatoio di cui era indubbio re la Roma avrebbe vinto almeno un altro scudetto, e forse anche quest'anno c'è andata vicino. Pensate sono riusciti a cacciare L. Enriquez per arrivare poi ad un Andreazzoli e far vincere una Lazio improbabile ma più squadra. E se non fosse stato per gli undici non romani altro che coppa del mondo nel '96.

Ora il popolo dei Khazari, con i loro acquisiti di diritto, in prima fila Maradonito il piccolo uomo, sono disposti a negare la grandezza di giocatori come Zidane, Platini, Baggio e soprattutto Ronaldo e Messi per esaltare un bravo giocatore certo, ma che non potrà mai fare ombra a quello che fù il grande Maradona.

Questo era lo striscione che avremmo dovuto leggere:

GRAZIE FRANCE, HAI FATTO RIDE TUTTI, A NOI DE PIU'

27 maggio 2017

ANCHE SE IN RITARDO AUGURI DI UN BUON 26 MAGGIO


Tutto mi sarei aspettato ma una laurea servilis causa a Francesco Totti per il suo spirito sportivo non sono cose che capitano tutti i giorni. Nei prossimi giorni mi toccherà scrivere qualcosa sul capppitttano per dimostrargli la mia riconoscenza.


Se non ci fosse stato lui, non ci sarebbe stato il 26 maggio.

A Francè, grazie di tutto.

Decimo