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02 dicembre 2013

(55) RASTRELLAMENTI NAZISTI A VARSAVIA? UNA NUOVA DIAZ?

(55)
30/11/13

 

     Devo premettere che da laziale condannerò sempre coloro che usano e giustificano la violenza,  ma quel che è successo a molti tifosi laziali, prima e dopo la partita con il Legia Varsavia in Polonia con i pochi, scarni elementi messi a disposizione dalle autorità polacche e dagli di organi di informazione, la dice lunga su come si sono svolti i fatti. Si parla di oltre 200 persone fermate e di 149  arrestati. La percentuale di fermati o arrestati sono del 30 o del 20% rispetto ai 750 tifosi complessivamente al seguito della squadra, e sono numeri clamorosi.

 

     Al G8 di Genova gli arresti, nei tre giorni di scontri, furono  329, compresi tutti quelli che non avevano fatto nulla alla Diaz, e i fermati più di 500. Centinaia e centinaia di migliaia di persone in piazza, tre giorni di scontri violentissimi, un morto, centinaia e centinaia di feriti, e la polizia arrestò, non calcolando i 93 arresti della Diaz, 236 persone. Eppure questi sono numeri insignificanti a petto di quelli forniti dalla polizia polacca. Se la polizia italiana si fosse comportata come i loro colleghi polacchi avrebbe dovuto arrestare almeno un 20% di manifestanti e questo, nel corso dei tre giorni di violentissimi scontri (risparmiatemi la cifra precisa), avrebbe dovuto significare ben oltre 100 mila arresti, contro i 236 reali. Incapacità della polizia italiana di essere cattiva (i fatti della Diaz e di Bolzaneto dicono il contrario) o “rastrellamenti nazisti” della polizia polacca?

 

     Una domandina. I tifosi della Lazio hanno forse messo a ferro e fuoco Varsavia? Ci sono stati morti, feriti, macchine incendiate, banche assaltate, poliziotti e tifosi all’ospedale, per giustificare tutti quegli arresti? Nulla di tutto questo è accaduto e allora cosa è successo? Essenzialmente una vergognosa opera di prevenzione, peraltro non necessaria, nei confronti della tifoseria laziale.  Nei primi due giorni dai fatti l’unico straccio di fotografie che queste autorità hanno saputo produrre erano le foto dei tifosi laziali ammanettati a terra, e null’altro.

 

    A due giorni dai fatti la polizia polacca produce dei video in cui si intravedono, da molto lontano, situazioni di apparenti scontri in cui non si comprende bene quando siano avvenuti e chi ne siano i soggetti, oltre ai poliziotti con i caschi bianchi e i blindati.

 

     Resta un’amara considerazione. 149 tifosi della Lazio arrestati, nessun poliziotto ferito e soprattutto nessuno tifoso polacco fermato, eppure sembra che a provocare i tifosi italiani, a cercarne la reazione, fossero proprio i tifosi del Legia. Ma come tutte le situazioni, anche le più drammatiche e ingiuste, ci sono dei riscontri che non possono che farti sorridere. Seconda la polizia polacca un tifoso laziale avrebbe portato un’ascia a spasso per l’Europa, con totale sprezzo per i possibili doganieri ficcanaso, per portarla “a dormire” in albergo a Varsavia. O, altra versione, l’avrebbe comprata a Varsavia, magari spiegando (in polacco?) al venditore  che serviva come “gadget” per lo stadio. Se lo storia fosse vera, e visto il contorno  ne dubito fortemente, la Cojon Cup non gliela toglierebbe nessuno, ma credo che qualcuno abbia al contrario tutti i numeri per vincere la Malafede Cup.

 

      Due paroline alla Uefa. La responsabilità oggettiva delle squadre di calcio termina fuori dello stadio e fino a qui tutto bene, si fa per dire. Ma quando la polizia fa degli arresti preventivi ai danni di tifosi che non hanno fatto nulla, quando quella stessa polizia blocca per “schiamazzi” tifosi che inneggiano e cantano canzoni della propria squadra non alle 5 di mattina ma alle sette di sera, pensate ancora che quel paese si meriti di ospitare competizioni sportive? O anche la Uefa ha sposato la linea della polizia polacca e prevede che i tifosi vadano in silenzio allo stadio e con lo testa cosparsa di cenere?

 

                                                                       Decimo

 

 

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