Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze per inviare messaggi promozionali sulla base dei comportamenti degli utenti. Può conoscere i dettagli consultando la nostra privacy policy qui " https://societapodisticalazio.blogspot.com/p/politica-dei-cookie.html". Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.

Etichette

20 dicembre 2013

(58) IL RAZZISMO DEI VIOLENTI E LA VIOLENZA DI CHI NON SA COMBATTERLI.

(58)
19/12/13

 

    Un generale che in battaglia usi strategie che fanno comodo ai soli nemici deve essere messo in condizione di non nuocere. A me sembra che contro il razzismo negli stadi le autorità preposte facciano spesso il contrario di ciò che è giusto fare, creando così i presupposti per vedere trionfare i comportamenti che si vorrebbero combattere.

 

     Forse la Lega e la Polizia di Stato non si sono accorti che anche nelle trasferte esiste il biglietto nominativo  e che come esistono “diaboliche invenzioni” che permettono la registrazione audio di ciò che gli umani dicono, ne esistono di maggiormente   “diaboliche” che oltre all’audio registrano anche il video tout court.  E come si riesce (a volte) a dare nome e cognome ai violenti mascherati, vogliosi di scontrarsi con le forze dell’ordine fuori dello stadio, credo sia ancor più facile scoprire il nome e cognome di chi commette reati all’interno dello stadio, spesso a volto scoperto.

 

     Fare queste elementari cose, magari con i costi a carico delle società, comporterebbe la non applicazione di certe idee che prima che cervellotiche sono estremamente pericolose proprio per quell’ordine pubblico a cui si tiene tanto, almeno a parole. D’altronde se la situazione è trascesa la colpa principale sta in quel clima di evidente impunità di cui molti violenti si sentono di poter beneficiare allo stadio.

 

     Proibire alla curva dell’Inter di assistere al prossimo derby perché alcune sue decine di tifosi hanno detto nella trasferta di Napoli  cose che non avrebbero dovuto dire ha semplicemente prodotto un quasi gemellaggio con i tifosi  del Milan che, solidali con i loro odiati nemici, saranno anche loro fuori dallo stadio. Non serve un genio per comprendere che, in una situazione pronta ad accendersi, migliaia e migliaia di “nemici” (io lo metto tra virgolette ma questi si ritengono nemici sul serio) potrebbero venire alle mani e tutto questo perchè non si riesce, o non si vuole punire, quelle poche centinaia di razzisti, identificandoli e mandandoli a casa per sempre. Far pagare a migliaia di persone le malefatte di pochi, geniale! Purtroppo questo sarà un refrain come diranno altri episodi che racconterò.

 

     Nella stessa domenica si decide di squalificare per due turni le due curve della Roma per i fischi razzisti di tifosi romanisti a Milano con il Milan, bene. 1700 tifosi romanisti con tanto di biglietto nominale vanno allo stadio milanese e alcuni di questi vengono ripresi da poliziotti (come accennato), sicuramente non solo con l’audio, nel momento in cui alcuni di loro lanciano slogan razzisti contro Balotelli. Tutti i romanisti sono stati razzisti? Non ci credo neanche se lo vedessi personalmente. Resta il fatto che per colpa di pochi figuri sarà proibito l’accesso nello stadio a qualche decina di migliaia di persone. A proposito di curve. A Milano ci saranno andati, nella curva ospiti, anche persone che abitualmente frequentano le tribune e sicuramente qualcuno di loro avrà intonato gli stessi slogan razzisti contro l’odiato Balotelli. Ma la Lega calcio, nella sua incredibile risposta violenta a dei comportamenti violenti,  stabilisce senza nessuna logica che a rimetterci per questo atto di razzismo portato avanti da qualche centinaio di tifosi saranno solo le curve anche se a quegli episodi hanno certamente partecipato “razzisti da tribuna”.

 

     Ma la Lega e le società di calcio sanno anche altre cosette. Sanno di certo che le frange più estreme del tifo non si sono volutamente fare l’abbonamento per non farsi anche la tessera del tifoso. Preferiscono il singolo biglietto più caro che accettare certe regole. Dire che soprattutto tra questi si annidano i tifosi razzisti è di certo dire una cosa ovvia e cosa succede? questi cantano in poche centinaia slogan razzisti, le curve vengono chiuse e a rimetterci non saranno loro che risparmieranno pure i soldi del biglietto, ma la gestione societaria che non amano e cosa per la Lega ovvia geniale!, gli abbonati che quelle regole le hanno accettate. Ovviamente nessuno vuole capire il potere ricattatorio che spesso frange isolate di finti tifosi fanno alle società con  i loro comportamenti. Bombe carta, ora anche gli slogan razzisti, sono comportamenti che procurano forti danni economici alle società che si vedono ricattate da certe frange di tifo, e invece di sanzionarli nell’unico giusto modo che ci sia, prendendosela con i responsabili, si fa in modo che a pagare siano tutti i tifosi e le società che di questa andazzo sono le vittime.

 

    Una domandina rivolgerei a queste autorità. Un tifoso che combatte il razzismo sarà doppiamente incazzato. Contro coloro che lanciano slogan razzisti e contro le autorità che danno dimostrazione di non focalizzare il problema, con la chiusura generica delle curve o degli stadi a mo’ di decimazione nazista. Ma come pensate possa stare colui che non capendo tanto di razzismo e di antirazzismo comprenderà solo che gli è reso impossibile sostenere la sua squadra. Quando capirete che un atto che colpisce tutti, i pochi colpevoli e i molti innocenti, è un atto di violenza che paradossalmente può portare molti tifosi dalla parte dei violenti?

 

     Mi sembra che la maniera in cui si affrontano i problemi sia un incredibile spottone al calcio delle pay tv, asettico, senza problemi, senza caldo, senza freddo, senza tornelli.

 

                                                              Decimo

 


 

Nessun commento:

Posta un commento