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24 gennaio 2020

LA LAZIO E IL FASCISMO, UNA STORIA TRAVISATA E DA CHIARIRE



Ogni volta che sento cantare in curva  la canzone avanti ragazzi di Budapest mi emoziono. Chiunque lotta, rischia la vita, muore per le proprie idee, per la propria libertà, deve essere rispettato. Ma cosa c’entrano le braccia alzate?  Veramente pensiamo che quei giovani combattevano contro la dittatura russa per instaurarne un’altra?


Siamo in un’epoca in cui il tradimento di certa sinistra verso il proprio popolo è a mio parere talmente evidente che giudizi estremamente severi sul  regime che ha preceduto questi signori non si possono più dar senza tener conto dello scempio provocato da chi si è venduto il paese ai veri sovranisti europei, i tedeschi e i francesi. Questi sono il peggio del peggio del peggio.



Detto questo la Lazio cosa c’entra con il regime fascista, a parte il fatto che ogni incarico societario di un certo livello vedeva necessariamente eletti gerarchi, funzionari del regime? La Podistica Lazio nacque richiamandosi agli ideali dello sport olimpico che affratella i popoli e fa cessare le guerre durante il loro svolgimento. Forse un progetto fascista?

Ma ancora. Molti laziali sono riconoscenti, io tra loro, al generale della Milizia Giorgio Vaccaro  senza la cui opposizione al progetto del Real Corropoli,  la Lazio non sarebbe arrivata a noi. 


                                               


Ragazzi, quando capiremmo che paradossalmente il gen. Vaccaro opponendosi al progetto Grande Real Corropoli fece probabilmente uno dei pochi atti antifascisti della sua vita, e che la squadra voluta dal fascismo esiste già?

  
Decimo

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