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09 gennaio 2020

120 ANNI E NON DIMOSTRARLI. BUON COMPLEANNO AQUILA


La storia della Lazio è storia particolare, unica, che non ha eguali almeno in Italia.  Storia che si sposa appieno con quella  di Roma, malgrado non fosse questo l’obiettivo principale  dei nostri Padri Fondatori. Scelsero di fare un atto ribelle, rivoluzionario e in un periodo in cui  divampava la retorica nazionalista loro nuotarono contro corrente, richiamandosi agli ideali dello sport olimpico universale che affratella i popoli, e che fa  cessare le guerre durante il loro svolgimento, diventando la più grande e premiata polisportiva europea con ori olimpici,  mondiali, europei, nazionali.

La storia della Lazio è la storia di 9 ragazzi nati tutti a Roma, anche se alcuni  solo  casualmente, come il figlio dell’allora ambasciatore peruviano. La storia della Lazio è la storia di chi si vide negare una finale nel 1915 per un codice sportivo che con lei ha spesso funzionato "contro", visto che fu assegnato uno scudetto contro gli stessi regolamenti che prevedevano finali che non furono mai disputate. Fu anche l’unica squadra mandata in serie B perché suoi giocatori si vendevano a insaputa della sua dirigenza delle partite. Altri sembra abbiano pagato per non apparire, er sor Umerto al contrario, a chi gli proponeva lo stesso “sbianchettamento” salvifico per la Lazio disse: “Chi ha sbagliato paghi, e fecero pagare la sua Lazio”. La Lazio è fatta passare  da alcuni come una delle tifoserie più violente eppure non ha mai ucciso tifosi avversari, non li ha mai puncicati vigliaccamente in maniera industriale anche se qualche romeo pittato solo di blue lo ha di certo fatto. Non ha mai esaltato per decenni le morti di tifosi avversari, come altri hanno fatto con il povero Paparelli. Per farsi un'dea di cosa parliamo:



I laziali, desiderosi di essere cittadini del mondo, accettarono tutti, accettarono  anche le 15 squadre che poi diedero vita alla grande Romea per sfuggire alla sua potenza calcistica, almeno tra le romane, dove vinsero 95 derby ufficiali a 19 fino al 1927-  Li accettarono a tal punto da ospitarli  a casa loro , nel  campo della Rondinella, in alcune partite nel 1929, in attesa che fosse pronto il loro stadio, a Testaccio, nuovo quartiere che ospitava romei venuti a Roma per lavoro. Furono ripagati con la stessa moneta con cui da sempre gli ingrati ripagano  chi li accoglie, li rifocilla, gli dà un lavoro…

I romei del tempo decisero di farsi romani e di far diventare “burini” chi aveva dato loro ospitalità a Roma. Non è una novità. Un comico nato casualmente a Roma, da un padre di Valmontone e da madre di Sgurgola soleva definire i laziali burini, non solo nelle battute cinematografiche. Che je voi dì, chi rinnega le sue origini rinnega se stesso, anche se si chiama Alberto Sordi.  Di sicuro suo padre e sua madre erano degnissime persone anche se non sono riuscite a insegnare al figlio il rispetto delle proprie origini. D’altronde solo chi si spaccia per romano non conoscendone la storia non sa che la grandezza di Roma è dovuta all’aver fatto diventare tutti gli italici cittadini Romani. Cicerone era di Arpino eppure è stato cittadino romano come molti romei ignoranti, falliti e senza storia romani non sono stati, non sono, non saranno mai. In questo quei nove ragazzi abbracciando un sogno più grande del nome della loro città quelle idee che fecero grande Roma portarono anche nel mondo dello sport.

Chiudo con un grazie ai ragazzi del tempo per  non aver mai pensato, nei 27 anni che precedettero la nascita del Real Corropoli di portare il suo nome a battere nelle arene pallonare, visto che la storia ci insegna che mai Roma mandò il suo nome e i cittadini romani nella arene del tempo, ma solo  i suoi schiavi.

BUON 120° COMPLEANNO AQUILA





Decimo

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