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27/03/14
Non devo insegnare il lavoro a nessuno ma
l’intransigenza in tutti i campi è pericolosa e lo diventa anche di più quando
è a difesa di regolamenti incomprensibili. Credo che il buonsenso nel proprio
lavoro dovrebbe essere usato in ogni campo e praticato, a maggior ragione, da chi gestisce
l’ordine pubblico. Passare sopra a delle piccoli infrazioni, non reati, può
essere mille volte meglio che creare problemi
di ordine pubblico per far rispettare dei regolamenti astrusi.
Francamente qualcuno mi dovrebbe far capire perché
striscioni di carta con domande non offensive ad un presidente di una squadra
di calcio, che ha voluto contrapporsi
oltre ogni misura ai propri tifosi, siano considerati un pericolo e non
possano entrare in uno stadio. Negli ultimi tempi sono passati negli stadi gli
striscioni più osceni e incredibili, da quelli che inneggiavano a Superga e
all’Heysel a quello che esaltava colui che aveva partecipato all’evasione del
fratello.
Vorrei sapere perché entrare con degli striscioni
che chiedano conto di certi suoi comportamenti ad un presidente di una squadra
di calcio sia una cosa proibita. Perché ho dovuto sentire alla radio che in
curva sud ci sono stati problemi a far entrare un semplice foglio A3 con la scritta “Libera la Lazio”. Perché
una pacifica, e per questo ancor più
eccezionale protesta, in un mondo del calcio dove per molto di meno si mette a
ferro e fuoco una città, magari anche per il gusto ignobile di attaccare
pacifici tifosi della squadra avversaria, qualcuno pensa di poter impedire
forme di protesta democratiche e pacifiche quale solo i laziali sanno fare. Fare uscire i
tifosi dallo stadio è forse per qualcuno la cosa migliore ma a mio parere è la
più pericolosa Noi siamo solidali verso il presidente Lotito quando viene
minacciato da qualcuno e non abbiamo alcun problema a che sia scortato dalle forze
di polizia per proteggere la sua incolumità, ma lui e chi lo scorta dovrebbero
capire che nel terzo millennio certi toni tronfi, certe distanze siderali
volute con i tifosi della Lazio, non possono essere gli atteggiamenti di chi è
presidente della squadra con la più bella storia al mondo. Noi come cittadini
siamo ben contenti che la Polizia di Stato difenda chi è minacciato, ma questo
ha un costo e non si vede per quale motivo chi usufruisce di questo costoso
servizio abbia nei fatti, con i suoi comportamenti rifiutato il riavvicinamento
al popolo laziale in due clamorosi episodi che avrebbero portato al dialogo
qualsiasi uomo di buona volontà. Non solo non è stato fatto personalmente ma
anche la società sportiva Lazio comunicazione che da lui dipende non si è
mossa. Chi ha incarichi pubblichi dovrebbe comprendere che certi atteggiamenti
non possono far parte del suo bagaglio culturale. Se poi si è presidenti di una
società di calcio si dovrebbe capire che più di altre aziende una squadra di
calcio, pur essendo posseduta da qualcuno, è dei tifosi e se questi non ci sono
è destinata a fallire. Quindi questa ulteriore contrapposizione, inutile, col
dichiarare di voler lasciare la Lazio a suo figlio può solo riscaldare gli
animi.
Facciano uno sforzo anche le autorità a comprendere
che i tifosi della Lazio hanno tutto il diritto di protestare pacificamente, a
maggiore ragione perché qualcuno ha un debito enorme con loro per quella
vergognosa pagina rappresentata dal dopo derby del 16 ottobre 2011 dove nulla
fu sventato, nulla fu perseguito e tutto fu criminalmente silenziato.
Decimo
.
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