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28 marzo 2014

(18) QUANDO L’INTRANSIGENZA E’ PERICOLOSA

18
27/03/14

 

 

Non devo insegnare il lavoro a nessuno ma l’intransigenza in tutti i campi è pericolosa e lo diventa anche di più quando è a difesa di regolamenti incomprensibili. Credo che il buonsenso nel proprio lavoro dovrebbe essere usato in ogni campo e  praticato, a maggior ragione, da chi gestisce l’ordine pubblico. Passare sopra a delle piccoli infrazioni, non reati, può essere mille volte meglio che creare  problemi di ordine pubblico per far rispettare dei regolamenti astrusi.

Francamente qualcuno mi dovrebbe far capire perché striscioni di carta con domande non offensive ad un presidente di una squadra di calcio, che ha voluto contrapporsi  oltre ogni misura ai propri tifosi, siano considerati un pericolo e non possano entrare in uno stadio. Negli ultimi tempi sono passati negli stadi gli striscioni più osceni e incredibili, da quelli che inneggiavano a Superga e all’Heysel a quello che esaltava colui che aveva partecipato all’evasione del fratello.

Vorrei sapere perché entrare con degli striscioni che chiedano conto di certi suoi comportamenti ad un presidente di una squadra di calcio sia una cosa proibita. Perché ho dovuto sentire alla radio che in curva sud ci sono stati problemi a far entrare un semplice foglio  A3 con la scritta “Libera la Lazio”. Perché una pacifica,  e per questo ancor più eccezionale protesta, in un mondo del calcio dove per molto di meno si mette a ferro e fuoco una città, magari anche per il gusto ignobile di attaccare pacifici tifosi della squadra avversaria, qualcuno pensa di poter impedire forme di protesta democratiche e pacifiche  quale solo i laziali sanno fare. Fare uscire i tifosi dallo stadio è forse per qualcuno la cosa migliore ma a mio parere è la più pericolosa Noi siamo solidali verso il presidente Lotito quando viene minacciato da qualcuno e non abbiamo alcun problema a che sia scortato dalle forze di polizia per proteggere la sua incolumità, ma lui e chi lo scorta dovrebbero capire che nel terzo millennio certi toni tronfi, certe distanze siderali volute con i tifosi della Lazio, non possono essere gli atteggiamenti di chi è presidente della squadra con la più bella storia al mondo. Noi come cittadini siamo ben contenti che la Polizia di Stato difenda chi è minacciato, ma questo ha un costo e non si vede per quale motivo chi usufruisce di questo costoso servizio abbia nei fatti, con i suoi comportamenti rifiutato il riavvicinamento al popolo laziale in due clamorosi episodi che avrebbero portato al dialogo qualsiasi uomo di buona volontà. Non solo non è stato fatto personalmente ma anche la società sportiva Lazio comunicazione che da lui dipende non si è mossa. Chi ha incarichi pubblichi dovrebbe comprendere che certi atteggiamenti non possono far parte del suo bagaglio culturale. Se poi si è presidenti di una società di calcio si dovrebbe capire che più di altre aziende una squadra di calcio, pur essendo posseduta da qualcuno, è dei tifosi e se questi non ci sono è destinata a fallire. Quindi questa ulteriore contrapposizione, inutile, col dichiarare di voler lasciare la Lazio a suo figlio può solo riscaldare gli animi.

Facciano uno sforzo anche le autorità a comprendere che i tifosi della Lazio hanno tutto il diritto di protestare pacificamente, a maggiore ragione perché qualcuno ha un debito enorme con loro per quella vergognosa pagina rappresentata dal dopo derby del 16 ottobre 2011 dove nulla fu sventato,  nulla fu perseguito  e tutto fu criminalmente silenziato.

 

                                                                 Decimo

 

 

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