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07 marzo 2014

(15) QUANTO E’ DURO ESSERE LAZIALI. LOTITO, REJA, KEITA.

(15)
5/03/14

 

 

 

È duro essere laziale, in un mondo quello del calcio, che del tifo idiota ha fato la sua bandiera, che aspetta sempre che arrivi la fata turchina a sistemare le cose. Che spera che alla prossima campagna acquisti il futuro Maradona sarà scoperto dalla tua squadra. Per ogni tifoso di calcio, per ogni tifoso di qualsiasi squadra di calcio, per ogni persona che condizioni la sua vita ai risultati della sua squadra pallonara, l’aggrapparsi alla speranza, anche quando questo va a cozzare contro la realtà, è quasi un obbligo. In tutto questo ci sono anche i tifosi della Lazio. Poi ci sono i laziali, quelli veri, quelli che sanno che la storia sportiva unica, controcorrente, da cui è nata la Società podistica Lazio, non era storia per uomini che si facciano prendere in giro da chicchessia e per quieto vivere siano disposti a farsi cullare dalla corrente del pensiero unico e idiota che ha i  suoi luoghi di culto in ogni bar dello sport di questo nostro paese.

 

     Il laziale vero si picca di guardare in faccia la realtà e di essere per questo diverso da chi diventa tifoso di qualcosa proprio per dare un senso alla sua spesso  inutile vita. Può ancora esserci gente, conduttori di trasmissione radiofoniche, che sperano che la nostra Lazio, con acquisti mirati, possa risalire la corrente e gareggiare per i primi posti? Non bastassero le parole del nostro presidente sulla jattura economica del vincere uno scudetto ci sono le innumerevoli occasioni,  in questo decennio di sua presidenza, in cui puntualmente a metà stagione si è negato alla società il possibile salto di qualità con qualche acquisto mirato.  C’è del metodo nel non spendere una piccola cifra e negarsi la possibilità di avere 30 milioni di euro solo per giocare il primo turno di Champion.

 

     La cosa è ancor più grave se uno va  a vedere la capitalizzazione delle ss. Lazio, che per molto tempo è stata inferiore anche ai 30 milioni di euro. E che dire delle decine di milioni persi per aver rifiutato costantemente in questo decennio uno sponsor? I laziali veri sanno che i pochi successi di questa gestione sono legati molto al fattore C. (chi si ricorda la supercoppa italiana vinta a Pechino da Ballardini contro l’Inter stellare di Mourigno, che nell’occasione ci prese a pallonate?) e  a personaggi come Francesco Totti e Daniele De Rossi, che ci soffrono così tanto da scordarsi di saper giocare a pallone, regalandoci così indimenticabili vittorie. Se fosse stato per la solo dirigenza, e non considerando il fattore C, ci troveremmo in pessime acque. Quale dirigenza sportiva si sarebbe negata la possibilità di far giocare due giocatori di peso rischiando con una scelta simile, incomprensibile quanto scellerata, di far precipitare la Lazio in B?

 

    E veniamo all’ultimo incredibile episodio che vede protagonisti molti conduttori radiofonici tifosi di una squadra di calcio che casualmente (per loro) si chiama Lazio e il suo allenatore. Tutti a sostenere che bisogna andare allo stadio a sostenere la squadra perché manca pochissimo per raggiungere l’obiettivo di un posto Uefa. Posto Uefa? posto Uefa? …..ma non è per caso quel torneo di cui si è sempre lamentato il nostro Reja perché distoglie energie per il campionato e da cui è spesso eliminato per le improbabili formazioni che più B non si può con cui affronta le altre squadre? In  un mio precedente post spiego che non ero andato allo stadio, per la prima volta da anni, perché l’assurda squadra messa in campo, per far riposare le prime linee, mi dava l’esatta misura dei rischi che si correva. E puntualmente arrivo la sconfitta. E anche per quella sconfitta che la Lazio è stata eliminata da un’improbabile squadra come il Ludogorets. E ora devo sentire Reja chiamare a raccolta i tifosi per raggiungere l’obiettivo Uefa che lui stesso ha contribuito, un attimo prima, a far svanire? Può prendere in giro i tifosi della Lazio, non i laziali.

 

     E a proposito di Reja i tifosi della Lazio, quelli esaltati dalla eroica partita di Firenze forse hanno fatto poco caso ad un piccolo apparentemente insignificante episodio che al contrario può acquistare un’importanza fondamentale. Debbo ricordare che con il Ludogorets, con Candreva e Keita in campo si vinceva per 2 a 0 e poi è andata a finire come sappiamo. Bene con un metodo psicologico che definirei “a segar le gambe” si nega ad un giovane che è stato il migliore in campo nella partita precedente la possibilità di giocare la partita con la Fiorentina per essere sostituito da un altro giocatore a cui la stampa ha dato  a Firenze l’insufficienza, poi a nulla dalla fine, si vuol far entrare in campo Keita che a quel punto, scontrandosi con l’allenatore, non si riscalda. Vorrei ricordare a Reja e ai tifosi della Lazio, quella che non riusciranno mai ad essere laziali, che questo ragazzino fu allontanato dalla cantera blaugrana per aver fatto uno scherzo ad un compagno e messo in una squadra satellite dove in un anno segnò, chi dice 47, chi 50, gol. Fu richiamato e lui disse no mandando in pratica a quel paese la più grande squadra al mondo. Per questo Keita ora gioca alla Lazio. Cari tifosi della Lazio, forse mai laziali, credete che uno così aspetti che Reja si convinca a farlo giocare?

 

                                                                Decimo

 

 

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