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02/02/14
Certo
andare ad affrontare tre derby contro la caricatissima Romea apparentemente
sarebbe stata un’impresa suicida ma solo il più sciocco dei romatristi o il più
pavido dei laziali potevano pensare l’uno di poterla vincere facile e l’altro
di poterla perdere facile, facile. Chi sa di psicologia quanto basta riesce a
comprendere che in quel record di finali perse (14) c’è del metodo. La Romea è
una squadra con lo spirito coatto, quello dei medaglioni “campioni d’Europa , dello
scudetto sulle bandiere, della scritta io c’ero sulle sciarpe, prima di averle
giocate quelle benedette finali. Ed il derby con la coppa in palio lo hanno
perso loro che fino a quel momento andavano come un treno mentre la Lazio stava
sotto a un treno, perchè per loro una partita importante è la partita della
vita e le partite della vita non le vincono
quasi mai.
Ma non
voglio più parlare di coppa mancata o di coppa acchitto o di coppa inciucio,
certo devo riconoscere che qualcuno è stato molto, molto fortunato. Un conto è
indebolire la Lazio e vendere Hernanes quando la Lazio non ha più obbiettivi,
altro sarebbe stato venderlo con la vittoria sul Napoli e con tre derby (due di coppa Italia) da disputare. Certo
conoscendo Lotito sarebbe stato sempre possibile ma dovete convenire che
sarebbe stato più duro da far ingoiare ai tifosi. Vorrei essere nella testa di
Reja per capire se la scelta di mettere in campo la squadra b sia stata solo
farina del suo sacco, il suo avere la Roma come bestia nera o altro.
Comunque i romatristi più
avvertiti avranno tirato un sospiro di sollievo la grande Romea poteva di certo
vincere i tre derby consecutivi a
spasso e tutto sarebbe rientrato nella normalità, Ma perderli, e poteva starci,
dopo aver perso il derby con la coppa in palio avrebbe significato sfasciare il
giocattolo. E allora, Romea? Ah si. Prego, la Romea si accomodi. La latta è
stellata.
Decimo
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