Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze per inviare messaggi promozionali sulla base dei comportamenti degli utenti. Può conoscere i dettagli consultando la nostra privacy policy qui " https://societapodisticalazio.blogspot.com/p/politica-dei-cookie.html". Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.

Etichette

26 maggio 2013

(23) DERBY ROMA LAZIO DI TIM CUP, UN DERBY DA “STORIE DA LAZIO”.

N.23

24/05/13



    Ci siamo, domani sarà derby, derby di coppa Italia, con il trofeo in palio. Da laziale l’avevo desiderato, sognato. La Roma era ancora guidata dal Serse il romanista, quello di “noi in quarantamila e loro solo in 500” (vedi poesia: “Aho’ è tornatoSerse!”), dallo Zeman che non cambia mai modulo. Ma con il boemo sarebbe stato, permettetemi la battuta, un derby “facile, facile”  e questo non era, non è una storia da Lazio, non è nelle nostre corde, nel nostro dna.

     Ora Zeman se ne è andato e la Roma ha recuperato terreno sulla Lazio, riuscendo ad arrivare prima in campionato,  grazie soprattutto a delle scelte di un signore che ha pensato bene di rompere un giocattolo che dava molto fastidio a qualcuno.

     A gennaio la Lazio era al secondo posto, pochi acquisti mirati, per non fare giocare i soliti noti, avrebbero dato tranquillità e sicurezza alla squadra. Il mercante di Formello, al contrario di tutti i mercanti degni di questo nome, fa spesso il contrario di quello che è economicamente valido per il bene della Lazio, non facendole fare mai il decisivo salto di qualità e anche questa volta non si è voluto smentire. Lo stesso signore ha in più riprese detto che la vincita di uno scudetto sarebbe una jattura economica. Qualcuno dovrebbe fargli comprendere che il solo stadio di proprietà, con relativa nuova speculazione edilizia al seguito, non è la sola possibilità di guadagno. certamente non la più ecologica. Dovrebbe sapere che il Manchester United ha raggiunto nei primi mesi di quest’anno una capitalizzazione di oltre duemila milioni di euro e non mi sembra giustificabile che la Lazio, al contrario, valga cento volte meno. Evidentemente qualcuno non sa parlare, comunicare, fare. E la storia/sogno della Lazio, che da sola nell’epoca dell’immagine, varrebbe una montagna di soldini, resta inutilizzata da chi non riesce o non vuole comprendere.

     Ma torniamo a noi. Il solito è riuscito a fare una squadra indebolita rispetto ad un anno fa, con giocatori sempre più vicini a quell’età in cui si smette di giocare ad alti livelli, e con altri  giocatori fuori rosa, per quella geniale capacità che ha questo di litigare con tutto il mondo. Sono anni che la squadra non ha uno sponsor, che perde appunto giocatori a parametro zero, che perde incassi milionari da “champion” per un nulla, senza che si faccia, con poca spesa, quel passo in più che le permetta il salto di qualità, con l’aggiunta di ritorni economici incredibili, considerando che la società avrebbe trenta milioni di euro (lordi) dal primo turno di champion a fronte di una capitalizzazione addirittura inferiore alla cifra incassata.

La squadra “rafforzata” con il mettere fuori rosa, solo quest’anno tre giocatori (Diakitè, Cavanda e Zarate, con relative perdite milionarie), tanto per renderla economicamente più forte, viene poi affidata ad un tecnico sconosciuto che malgrado tutto nella prima parte del campionato riesce a fare un vero e proprio miracolo.

     Chissà come saranno stati contenti in questi ultimi  anni i signori che hanno consegnato Lazio al Mercante di Formello, quelli del potere giallorosso a Roma, nel vedere la Lazio sopra la Roma, e beffa delle beffe, nel vedere la Roma sconfitta dai gol del “pensionato che non volle fare il pensionato”, di quell’ultra trentenne affidato alle  mani di Reja prima e del signor Petkovic chi?, poi.

     Gira su youtube un video su Lotito in mezzo a tifosi della Roma in festa per un gol al derby. Lui non festeggia ma è in mezzo a loro. Io non posso sapere se l’attuale presidente della Lazio è un romanista o meno ma di una cosa sono più che certo. Quando si trattò di comprare la Lazio il “nostro” Claudio, che aveva imprese di pulizie, chiese molto probabilmente un consiglio ai Mezzaroma, che furono grandi  azionisti della roma, e già dentro al mondo del calcio, al suo contrario. Spesso mi chiedo se i signori Mezzaroma abbiano mai pensato a comprare la Lazio ma la domanda e destinata a rimanere senza una risposta credibile. Resta il fatto che  con quei signori, di cui è parente acquisito, il “nostro” continua a fare affari calcistici, vedi Salernitana.

     Ma torniamo a questo derby di Coppa Italia. Grazie alla “sapiente” campagna acquisti e litigi del nostro eroe lo dovremmo  affrontare combattendo una partita con le mani allegoricamente legate dietro la schiena, da laziali appunto, ma noi confidiamo che Claudio Lotito sappia dare un altro dispiacere a coloro che tempo fa decisero di affidargli la squadra nata dal grande sogno controcorrente pensato e voluto da nove ragazzi di Roma, tanti anni fa. Un sogno che non ha eguali in Italia, visto che un’altra squadra che decise di non chiamarsi come le tante, troppe squadre della parrocchietta che calpestano i campi di calcio, la Juventus, si richiamò a dei banalissimi ideali di “gioventù” e l’Internazionale nacque otto anni dopo.

    La società sportiva Lazio nacque da un sogno controcorrente, in un’epoca di ridicolo, becero nazionalismo, richiamandosi al contrario agli ideali sovranazionali dei giochi olimpici, a quella storia stupenda che affratella i popoli e fa cessare le guerre.  La Lazio proverà a vincere questo derby alla sua maniera appunto, controcorrente. A noi laziali le storie banali e le squadre della parrochietta, “Il mi son de Milan e son del Milan” o il “ Sò de Roma e sò da roma”, non ci sono mai piaciute. A noi piace vincere difficile, difficile, quando ci riesce, ovviamente, da laziali sempre, anche se devo purtroppo convenire che non avendo compreso bene la nostra storia molti che si dichiarano laziali si comportano da peperonisti puri. Ma il restituire l’onore ad una squadra spesso offesa dai suoi stessi sostenitori merita altre pagine e altri momenti. Ora non ci possono essere divisioni.

    Oggi è tempo di derby e non sarà solo una partita di pallone per chi è laziale dentro. Sarà una delle innumerevoli battaglie, nella storia della nostra vita, che sappiamo di poter perdere o vincere, consci comunque che le nostre idee non perderanno mai e che noi, nella vita di tutti i giorni, da laziali appunto abbiamo già vinto.

     Proprio per questo mi sento oggi di dire che questo derby di coppa Italia è un derby da Lazio, comunque vada. Ma ho un mio sogno personale. Se, malgrado tutto, una squadra messa nelle condizioni di non essere al meglio dovesse vincere, sappiate che ringrazierò da laziale, in silenzio, con il cuore allegro, coloro che hanno consigliato e dato la Lazio all’attuale presidente Claudio Lotito. Ovviamente nessuna parola potrà commentare la mia faccia se tutto ciò accadesse. Dovreste  solo vederla!!!!!!!!!!

     Concludo con la poesia Na’ squadra co’ ‘i colori dei cielo” , che fotografa, come nessun altra poesia mai, il nostro essere laziali (….. per chi tante battaje ha vinto e tante perso…..) e il loro essere altro (…..l’artri, come tu li dici, so’ plebe, so’ liberti, so’ mezzi schiavi…..).

                                                            Forza Lazio
                        
                                                               Decimo


Nessun commento:

Posta un commento