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17 maggio 2013

(22) LA STORIA DI SIR ALEX IL GRANDE CHE SI INTRECCIA CON LA STORIA DELLA LAZIO E CON QUELLA DI QUEI GIORNALISTI “GIALLOROSSI” CHE OCCUPANO I GIORNALI ROMANI

(22)

10/05/13


    Sir Alex Ferguson l’allenatore più vincente di tutti i tempi è andato in pensione, con un carnet di vittorie che difficilmente sarà eguagliato. Trentotto trofei tra cui due coppe dei Campioni, due coppe delle Coppe e tredici scudetti. L’unica cosa che gli mancava, gli manca, è la Supercoppa europea e qui la storia di questo grande allenatore si intreccia con la storia della Lazio e con quei giornalisti che hanno smesso da tempo di fare il loro mestiere con obiettività  per abbracciare esclusivamente la strada del tifo fazioso.

                                               

 LA STORIA SILENZIATA

 

     Sabato 5 novembre del 2011, sala stampa dell’Old Trafford stracolma, perché l’evento è di quelli che profumano di storia, appunto. In quel giorno Sir Alex Ferguson ha festeggiato le sue nozze d’argento con il Manchester United: 25 anni di matrimonio tra l’allenatore più vincente nella storia del calcio mondiale e un club che grazie a lui è tornato nel Gotha del calcio europeo dopo anni bui e di anonimato. Tra i tanti giornalisti glorificanti uno si alza in piedi e gli chiede: “Lei ha vinto tutto quello che c’era da vincere, è l’allenatore più vincente di tutti i tempi del calcio mondiale, ma guardando indietro avrà anche dei rimpianti. Potrebbe elencarmi i tre grandi rimpianti di questi 25 anni di carriera da allenatore del Manchester United?” Sir Alex ci pensa un attimo e poi di getto: “Ho vinto tantissimo, 12 volte la Premier League e in totale più di 30 trofei, ma quel titolo perso nel 1998 dopo aver sprecato addirittura dieci punti di vantaggio sull’Arsenal, è il rimpianto più grande relativo al calcio inglese. In generale, il rimpianto maggiore è non aver battuto la Lazio ad agosto del 1999 nella finale di Supercoppa Europea a Montecarlo, perché in quel momento quella di Eriksson era la squadra più forte del Mondo. Tra i giocatori, ne ho allenati di grandissimi, ma ho il rimpianto di non aver mai potuto allenare Paul Gascoigne, ma anche Paolo Di Canio, che giocando con me nel Manchester United avrebbe vinto quasi sicuramente il ‘Pallone d’Oro’. Altri grandi rimpianti, non ne ho”.

 

     È una delle più belle pagine di sportività riconoscere che qualcuno, in un momento della tua vita è stato più forte di te ed è un riconoscimento, una caratteristica, che hanno solo i grandi. Forse è per questo che personaggi meschini, insignificanti come la loro esistenza, hanno pensato bene, al contrario, di nascondere la cosa, all’ombra del cupolone.

 

     Badate bene io non c’è l’ho con i giornalisti in generale. Che la cosa non appaia sul Sole 24ore è del tutto naturale, ma che il giornale sportivo (sic!) della capitale e gli altri quotidiani romani, che vantano un elevato numero di lettori/acquirenti negli sportivi/tifosi, neghino una notizia clamorosa che fa discutere e soprattutto vendere copie, la dice lunga sul livello di omertosa  mafiosità che sedicenti giornalisti ultrà impongono alle redazioni dei loro giornali. Per tralasciare il fatto che questi signori, come evidenzio in altri post, nascondendo notizie anche violente riguardanti “tifosi violenti”, evidentemente loro amici, nei fatti danno un bel contributo a coltivare quel clima cordiale che …..fa tanta violenza.

 

                                                               Decimo

 

 

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