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24 settembre 2013

(44) IL DERBY, I BUU RAZZISTI, LO SPEAKER ULTRAS E LE AUTORITA’ CHE CONTROLLANO.

(44) 
 24/09/13
 
 
 
     Di questo derby che dire. È stato il più brutto degli ultimi anni con  entrambe le squadre paurose di perderlo, con l’allenatore della Lazio forse più pauroso del suo collega romanista. Era chiaro che avrebbe vinto chi segnava per primo e anche se i giornalisti ora fanno i cantori delle gesta del prode Orlando romanista, bastava che l’assonnato Klose avesse segnato pochi minuti prima e la storia sarebbe stata un’altra, ma nei derby ci sta di perdere e di questo non mi lamento.
 
     Ma di certi comportamenti di coloro che dovrebbero controllare gli animi, e il regolare andamento della partita, di quello mi lamento, eccome. Si rifiuta una coreografia della Lazio che si richiama alla coppa Vinta perché sarebbe “irriguardosa” nei confronti dei tifosi della Roma e poi si fanno entrare in curva sud striscioni che si richiamano agli 11 anni di B, al laziale maiale e qualcos’altro. Avendo visto la partita dalla nord non so se i tifosi laziali hanno messo striscioni irriguardosi ma credo che riferirsi alla coppa vinta o agli 11 anni di B dovrebbe essere, per certi ridicoli canoni, egualmente offensivo, o innocua goliardia.
 
     Personalmente, da laziale, ritengo che la goliardia, quella vera, quella sagace, puntuta, gli sfottò, sono il vero spettacolo dei derby e uno ha sempre bocca per rispondere. Noi 11 anni in B? Quello che avemo fatto pe’ nun  stavve accanto! Pensare che alcune coreografie possano essere ritenute “offensive” e poi passare altri striscioni credo sia una contraddizione evidente. O quarcuno pensa che l’omini venuti da fora e c’hanno fonnato a Romea so’ più sensibili de li laziali? Nu se po’ pensa.
 
    Mi sia concessa una riflessione. Io se non ci fossero i romanisti l’inventerei, li ringrazio d’esistere. Sono il valido termine di paragone per farmi capire quanto siamo diversi. N’aneddoto, doppio. M., quindicenne che gioca in cortile co’ a maja d’a Romea  prima der 26, e poi senza più maja pe’ quattro mesi, senza che j’avessi mai detto gnente der derby d’a coppa in faccia, ieri me viè incontro pe’ dimme che a Roma ha vinto due a zero, e che je voj dì? Grazie d’esiste. E all’amico suo F. che prima der 26 pure lui tutto abbardato e poi, poi fa  de peggio.? Nun solo se toje la bardatura ma se mette pe’ du giorni a maja der Napoli (giuro) che er padre j’ha rigalato, pe’ ritornà, ma timidamente, alla Romea (della serie torna a casa Lassie).  Che je voi dì? Grazie de esiste!
 
    Ma ritorniamo al derby. Da laziale, con lo spirito laziale, sentire lo speaker amico che velocizza i nomi dei giocatori avversari prima della partita, e poi enfatìzza quelli dei tuoi, lo sopporto appena; credo che il rispetto degli altri sia una cosa dovuta per una società che si richiama a certi ideali olimpici. Pensate come posso accettare che un ultras vero e proprio possa fare, non prima o dopo, ma durante la partita cose che non dovrebbero essere permesse a nessuno. Urlare un nome per decine di volte, esaltare o sminuire nomi durante la partita, addirittura invitare i tifosi della propria squadra ad alzarsi in piedi non è concepibile. Mettere casse acustiche, debbo ritenere aggiuntive, a poche metri dalla curva della squadra ospite è permesso da quale regolamento, visto che non si può introdurre allo stadio neanche un banale megafono? Anche qui regolamenti interpretati a discrezione? Pe’ arcuni se po’.
 
     Sentire nitidamente dall’ultima fila della curva nord i buu prolungati contro Cavanda, fatti nell’“antirazzista” curva sud, la dice lunga da quanto sono stati nitidi e forti e chi stava in campo non li ha sentiti? Com’è, tutti sordi? E  i giornalisti di solito così attenti ad episodi di razzismo se riguardano qualche sedicente tifoso laziale, tutti a fasse ‘n pisolino pomeridiano? Ero presente, e in totale disaccordo, quando sono stati fatti i buu razzisti contro Pogba ma  erano molto meno forti e non c’era tutta una curva a farli.  Una parolina al capo della Polizia. Considerando che stiamo parlando di tifo, quindi non proprio di gente educata a Oxford, non pensa che interpretazioni capziose di leggi e regolamenti portino chi le subisce a pensare sia giusto farsi giustizia da solo? È questo che si vuole? La legge è sempre la legge e si dovrebbe perseguire chi, preposto al suo rispetto,  si comporta, al contrario, in maniera omertosa con chi  la infrange. I suoi stessi uomini ne trarrebbero indubbio vantaggio.
 
     Due paroline alla Lazio comunicazione. Ma di fronte a queste cose una comunicazione che si rispetti protesterebbe da mattina a sera anche perché cosi avrebbe gioco facile a  riavvicinare i tifosi che dissentono da certe scelte societarie.  E voi non l’avete capito, o cosa?
 
                                                              Decimo
 
 
 

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