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01 settembre 2013

(40) CURVA CHIUSA MA L’AQUILA HA VINTO.

(40)
29/08/13
 
 

 

     Ci siamo un’altra volta. Un’altra volta gli ululati che rendono scimmie chi li fa e non chi li riceve. Un’altra volta offesa la storia stupenda, controcorrente, ribelle alle convenzioni ignobili, di nove ragazzi di Roma, che contro la retorica della patria (Dio, patria, famiglia), decisero di creare una squadra richiamandosi  agli ideali dello sport che affratella, che unisce i popoli, che fa cessare le guerre. Eppure stavolta mi sento di dire che qualcosa incomincia a muoversi, che c’è chi vuole tornare alla Lazio dei padri.

 

 

CURVA CHIUSA MA L’AQUILA HA VINTO.

 

Ce so’ momenti che devi sgamà in un baleno

pe’ nun fa ‘a fine de chi nun compremme da quanto è scemo.

Pe’ tant’anni ‘a Lazio ha sopportato co’ rassegnazione

de vedè travisata da troppi ‘a grande lezione

che nove regazzi de Roma, iti controcorrente,

vollero dà a tutti ‘i sportivi, ar principio der secolo nascente.

 

Lazio, squadra   co’ i colori der cielo,

pe’ onorà d’ogni spirito libero er volo,

ner pieno rispetto de tutte le diversità

che proprio pe’ questo fanno granne l’umanità.

E richiamannose a Olimpia e a lo sport che fa’ cessa’ la guera

nun se confuse mai co’ l’artra storia, quella de a Romea bura *.

 

Oggi ner giorno de quella che dovrebbe esse ‘na sconfitta,

co’  a curva chiusa e ar pubblico interdetta,

pe’ corpa de quarcuno che spaccia ancora pe’ goliardia

solo quello che der razzismo è  l’urtima follia,

me sento invece de pensà a arta voce, papale papale,

che rinasce la Lazio de sempre, quell’olimpica e internazionale.

 

                                       Decimo

 

 

 

 

 

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