Ieri mattina passando per strade laziali avevo l’animo contrastato. Sapevo delle nostre possibilità ma certi segnali di cui ho parlato nel precedente post non mi lasciavano del tutto tranquillo, eppure…
Eppure il caso mi aveva fatto vedere quell’albero crollato, che comunque permetteva alle macchine di passare una per volta, quasi un presagio, come un segno del destino. La grande Signora abbattuta dal vento laziale che si trasformava in un arco di trionfo naturale che lasciasse passare i laziali. E tra me mi dicevo, se accade userò quel viseo...
Immagino la faccia delle bella tifosa juventina, ancora una volta sorpresa. Con quegli occhio così espressivi a dire “Ancora?”, come fatto vedere in un precedente post: http://societapodisticalazio.blogspot.com/2019/12/quattro-foto-unepoca.html
Ero al pub, volevo immortale in un video la fine della partita e mandarlo a mio figlio lontano dall'Italia, e mi sono perso quel tiro eccezionale su punizione e una cosa non capisco, ma se quel tiro, degno del miglior Rolando, è entrato cosa avevamo da festeggiare noi laziali? Ah era Cataldi, quello costato nada de nada, ad aver contribuito a far perdere dopo oltre 5 anni anni una finale al campione dei campioni, al cinque volte pallone d'oro? Che poi festeggiare cosa, dopo aver abbattuta per due volte in due settimane la "signora" ancora a festeggiare? Sai la novità...
La storia di questa coppa per me non non finisce qui, ci sarà un secondo tempo nella prima partita utile in casa per noi, ma non precorriamo i tempi, sarò 2020...
Decimo
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