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25 dicembre 2019

IL PRIMO DISCORSO...DEL PRIMO RE. ERA DA FERRARI E NUN L'AVEVAMO CAPITO.


Che avrà voluto dì, rompeteje er tubo, rompeteje e righe, cosa? Mortacci, non lo avrei mai creduto capace, avrei voluto essere in quello spogliatoio, sentire le sue parole, in rigoroso romanesco, gnente a che vedere con l'arrocco spesso verboso del timido, che può sembrare strafottenza, ma quanno se scioje sa esse umanità pura, capace de esplode in un liberatorio umanissimo vaffa.  E chiuderlo con quel poco cacofonico rompeteje er tubbbo degno del miglior Al Pacino. De più, da brividi. Pensate se l'americano ce l'avevamo noi adesso, un attimo primo potevamo solo supplicà il fato che la Juve li travolgesse cinque a zero, per poterci aggrappare come cozze disperate allo scoglio calcistico devastato da cotanta Lazio. Che artro potevano fare i romei se non sperare, disperati, nell'artri.



E invece tutto è andato come doveva andare, tutto a faciolo, chi aveva avuto paura che la coppa sbarcasse a Fiumicino, come Marione e l'amichi sua, ha visto l'incubo temuto divenire realtà e di notte, si sveglieranno sudati ricordando le parole di Claudio, il primo re, ai suoi soldati: Montate sulla Ferrari e rompejete er tubbbo (almeno digggerente se po' dì?).

Buon Natale a tutti, a noi laziali, a quelli che non stanno bene, che soffrono, a chi è solo, e pure ai romei. Spero abbiate la salute fisica che la sofferenza calcistica ve la siete cercata, e quella spero non ve la tolga nessuno, che vi sia compagna di vita, con tanta auguri di salute e felicità per tutto il resto. 
Decimo

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