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14/09/14
Era la più bella storia di come sia nata una società sportiva, andando
controcorrente contro il nazionalismo violento dominante all’epoca,
richiamandosi allo sport olimpico universale, allo sport che affratella i
popoli. Per questo era la società dei ribelli. Era la società degli eguali
perché il suo primo presidente mai si volle firmare come tale definendo i
laziali tutti eguali tra loro È ormai finita. Non ha retto ai romei solo
pittati de blu, che con il loro anacronismo politico hanno demolito poco per
volta quel grandioso sogno. Oggi i venditori di magliette saranno di nuovo
sugli spalti, a vender completini e a urlare il loro “razzismo goliardico”. Ma
non saranno i soli nella curva che doveva essere della squadra nata per lo
sport che affratella i popoli. Fosse stato solo per loro la Lazio poteva anche
sopravvivere, ma gli altri tifosi sono stati pronti a pietire il drago, che
teneva prigioniero il loro amore, di fargli una squadra competitiva. Troppo per
un laziale che sia degno di chiamarsi
tale. Mancano pochi minuti al calcio d’inizio. Oggi in campo gioca la
Lotitiana e sugli spalti ci sono i lotitiani, anche quelli che fanno finta di
essere altro. Salutatemi la Ferilli, si quella che esultava insieme a Claudio
al derby vinto dalla Roma, pochi per la verità nell’epoca di Francesco a cui
per questo sarò sempre grato.
Decimo
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