Ieri è successo una cosa strana, al novantunesimo Roma
calcistica era tutte sulle spine, più che sedie sembravamo tutti seduti sui
trespoli. Meglio loro lo erano, noi sur 3 a 0 a che trespoli potevi crede. Potevi solo sperare in
un miracolo che più il tempo passava e più ti sembrava impossibile. Loro ad un
passo da un urlo liberatorio, noi, che lo dico a fà, tutti su spilli appuntiti.
Mai vedere partite con i "nemici" di sempre. Indubbiamente se stavano
a rilassà, telefonate all'amichi, battute come se piovesse, no, non sur
campionato ma era la nostra partita che je interessava.
Poi quer passaggio divino tra Luis e Felipe, la palla
lemme lemme che entra, un boato, il nostro, l'urlo loro che era pronto a
esplode che je scoppia in gola e certe facce cadute dar trespolo, che v'o dico
a fà. 'Na poesia per un laziale...
L'URLO STRONZATO
S'ereno in 30 mila polli e più aradunati
e cor terzo gol se sentivano arivati,
e già se daveno de gomito, l'avemo ripresi,
fu così che sur gol de Caicedo l'ha disgrazia l'ha sorpresi.
e cor terzo gol se sentivano arivati,
e già se daveno de gomito, l'avemo ripresi,
fu così che sur gol de Caicedo l'ha disgrazia l'ha sorpresi.
Staveno assisi su quei trespoli poco garantiti
quando je so' sartati i poggia zampe difettati,
e l'asta, l'unica rimasta lunga, e dritta dritta,
j'è entrata da lì e j’è sortita lassù, dietro l'orecchietta.
quando je so' sartati i poggia zampe difettati,
e l'asta, l'unica rimasta lunga, e dritta dritta,
j'è entrata da lì e j’è sortita lassù, dietro l'orecchietta.
Decimo. er sommo Vater
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