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13/11/14
Questa è una storia di figli e di figliastri e di
come la vede un laziale. Che ci sia un progetto grande Roma, che sia fatto
anche di episodi clamorosi che vedono in prima fila la stampa romana, è sotto gli occhi di chi vuol vedere e io ne
ho scritto in diversi post su questo sito. La volontà di dare ad una squadra di
ex pecorai, con il loro degno simbolo, il lupetto marsicano, l’emblema del
comune di Roma, in cui ci sono raffigurati i due più famosi laziali della leggenda
di come sia nata Roma, e la stessa lupa che li salvò, è un ignominia che ha
molti padri e molti complici interessati o meno (o solamente sciocchi) che non
hanno compreso. Qualche conduttore laziale, ma anche qualche suo presidente hanno
capito bene cosa è accaduto grazie al loro non comprendere? Resta che li è nato
il progetto della grande Roma, rappresentata dalla sua città e dalla squadra
che ne porta il nome. A cascata è seguito tutto il resto.
Passa qualche anno e diventa presidente della Lazio
Lotito, Sempre in questo blog ho scritto, con tutto l’amore e l’odio possibile,
di questo discutibilissimo presidente ma sul suo pallino fisso di far costruire
lo stadio della Lazio sui terreni alluvionali posseduti dalla sua famiglia di
acquisizione, i Mezzaroma, devo scrivere qualcosa di nuovo.
Sono laziale, e quindi obbligato a non essere
tifoso sfegatato di ogni impresentabile progetto, e i progetti di Romea e Lazio
di costruire con la scusa dello stadio interi quartieri non li ritengo
assolutamente giusti. Roma sembra abbia oltre 100 mila appartamenti sfitti
circa e non c’è bisogno di altro cemento. Ma a parte questo come non vedere il
diverso trattamento delle autorità romane nei confronti delle due squadre? Non
mi sembra che non ci siano problemi con il Tevere sui terreni che la Roma ha
scelto per costruire lo stadio, mentre ce ne sono stati tantissimi per non
costruire lo stadio della Lazio sui terreni della Tiberina che saranno pure
alluvionali ma in un pianeta in cui gli umani riescono a strappare terre al
mare, come in Olanda, o terre al Tevere come nell’area di Tor di valle, visto
che il Tevere è a circa 50 metri,
Decimo
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