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22 novembre 2014

(39) LAZIO JUVENTUS. CHE PER GLI ALTRI SIA SOLO UN’ILLUSIONIE CHE DURI NEANCHE GIORNO.

(39)
22/11/14


Questo è un post di inizio anno ma è un post laziale che va sempre bene quando molti solo pittati di blu sproloquiano su cosa sarebbe giusto fare.

     Lazio Inter di qualche anno fa, con lo striscione OH NOO! è una partita di cui i veri laziali, quelli che non si sono scordati del perché la Società podistica Lazio esiste, si vergogneranno sempre. La società che si vanta di essere nata per ricordare ed onorare lo sport che affratella ed unisce i popoli, con il richiamarsi alle antiche olimpiadi e soprattutto alla loro versione moderna, non può fare proprio un  comportamento, un modo di vita dei propri nemici, perché questo loro fecero a noi tanto tempo fa, come si comprende dalla foto.

 
 
 
PARLANO ... PARLANO ... E POI PARLANO ...
1972/1973 Juventini e romanisti festeggiano sul prato dell'Olimpico la vittoria della Juve che così vince lo scudetto ai danni dell Lazio

 

     Noi non siamo nati per fondare un’altra squadretta nazionalprovinciale come la stragrande maggioranza delle squadra di calcio attuali, con le loro meschinità, con il loro provincialismo, con le loro finte e traballanti alleanze, con il loro favorire qualcuno a danno di altri perché incapaci di vivere storie sportive in prima persona. Falliti che gioiscono per la vittoria di qualcuno a danno del proprio nemico. Il laziale vero non scopa con il cazzo degli altri”, perdonatemi l’orribile espressione, perché da impotente è incapace di farlo con il proprio. Perché essere laziale è una scelta di vita, un modo di essere, e solo i falliti godono della sconfitta del proprio nemico per mano d’altri.

 
     Purtroppo con l’introduzione della radio laziali si è sempre più concesso ai più casinari, ai romanisti dentro, nati laziali per sbaglio, di potersi esprimere a loro modo, con le loro intolleranze alle regole dello sport, e far spesso vincere le loro discutibilissime argomentazioni. Volere la sconfitta della propria squadra per non far vincere il mortale nemico è l’unica vittoria possibile per i falliti. Quello che purtroppo non si è voluto comprendere è che se noi ci comportiamo come i romatristi poi diventiamo come loro. In quel momento di follia collettiva, con le radio laziali a far da megafono ai più antilaziali dei comportamenti, ci trovammo in molti ad essere contenti del vantaggio dell’Inter, ma solo gli imbecilli riescono a reiterare gli errori non comprendendoli.
 

     Per questo ringrazio il professore, che con la sua voce stentorea si faceva, e spero si faccia sentire, da tutti nella parte alta della tribuna Tevere. Quando in molti, in troppi gioirono al gol dell’Inter lui si voltò, fulminandoci con gli occhi, in assoluto silenzio, per esprimere tutta la sua totale disapprovazione, dandoci una lezione di lazialità, di vita, che forse come professore non aveva fatto mai neanche ai suoi studenti. Ne sono passati di anni e la mia lazialità, allora genericamente sportiva ed olimpica, ne ha fatto di strada, e sono riuscito giorno dopo giorno ad andare sempre più in profondità di questa storia che vide nove ragazzi di Roma andare controcorrente in un’epoca di nazionalismi assassini e richiamarsi a quegli ideali olimpici che solo i tanti, i troppi falliti dentro, non possono comprendere.

 
     Per un laziale vero una partita di calcio non sarà mai la partita della vita, ed una sconfitta un’Hiroshima che  cancella “86 anni” di storia come fortunatamente ci è stato concesso di sentire nel dopo derby di coppa dal radiofonico romatriste di turno. Noi siamo altro e lo sport, non solo il calcio, lo dobbiamo onorare come c’è stato insegnato dai nostri padri e da coloro che ai nostri padri lo insegnarono, ai falliti il pensare che una partita di pallone possa essere tutto, ma costoro non saranno mai laziali dentro, al massimo “laziali fora”.

 
     Tutto questo, meglio tutto questa palla, per dire che stasera spero proprio che la mia squadra sappia dare, contro la Juve, una lezione di sportività a coloro che la sportività non la comprenderanno mai, auspicando che l’illusione dei romei duri solo un giorno e con il Verona si sveglino dal sogno.

 

                                                                Decimo   

 

 

Ps. Per inciso Lazio Inter non fu poi tanto decisiva, considerando che loro erano l’Inter stellare di Mourinho e noi quartultimi, e poi i romei ce la misero tutta  a perdere lo scudetto con il Livorno e la Sampdoria.

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