(2)
25/01/14
Lazio
Inter di qualche anno fa, con lo striscione OH NOO! è una partita di cui i veri
laziali, quelli che non si sono scordati del perché la Società podistica Lazio
esiste, si vergogneranno sempre. La società che si vanta di essere nata per
ricordare ed onorare lo sport che affratella ed unisce i popoli, con il
richiamarsi alle antiche olimpiadi e soprattutto alla loro versione moderna,
non può fare proprio un comportamento,
un modo di vita dei propri nemici, perché questo loro fecero a noi tanto tempo
fa, come si comprende dalla foto.
PARLANO
... PARLANO ... E POI PARLANO ...
1972/1973 Juventini e romanisti festeggiano sul prato dell'Olimpico la vittoria della Juve che così vince lo scudetto ai danni dell Lazio
1972/1973 Juventini e romanisti festeggiano sul prato dell'Olimpico la vittoria della Juve che così vince lo scudetto ai danni dell Lazio
Noi non
siamo nati per fondare un’altra squadretta nazionalprovinciale come la
stragrande maggioranza delle squadra di calcio attuali, con le loro meschinità,
con il loro provincialismo, con le loro finte e traballanti alleanze, con il
loro favorire qualcuno a danno di altri perché incapaci di vivere storie
sportive in prima persona. Falliti che gioiscono per la vittoria di qualcuno a
danno del proprio nemico. Il laziale vero non scopa con il cazzo degli altri”,
perdonatemi l’orribile espressione, perché da impotente è incapace di farlo con
il proprio. Perché essere laziale è una scelta di vita, un modo di essere, e
solo i falliti godono della sconfitta del proprio nemico per mano d’altri.
Purtroppo con l’introduzione della radio laziali si è sempre più
concesso ai più casinari, ai romanisti dentro, nati laziali per sbaglio, di
potersi esprimere a loro modo, con le loro intolleranze alle regole dello sport,
e far spesso vincere le loro discutibilissime argomentazioni. Volere la
sconfitta della propria squadra per non far vincere il mortale nemico è l’unica
vittoria possibile per i falliti. Quello che purtroppo non si è voluto
comprendere è che se noi ci comportiamo come i romatristi poi diventiamo come
loro. In quel momento di follia collettiva, con le radio laziali a far da
megafono ai più antilaziali dei comportamenti, ci trovammo in molti ad essere
contenti del vantaggio dell’Inter, ma solo gli imbecilli riescono a reiterare
gli errori non comprendendoli.
Per
questo ringrazio il professore, che con la sua voce stentorea si faceva, e
spero si faccia sentire, da tutti nella parte alta della tribuna Tevere. Quando
in molti, in troppi gioirono al gol dell’Inter lui si voltò, fulminandoci con
gli occhi, in assoluto silenzio, per esprimere tutta la sua totale
disapprovazione, dandoci una lezione di lazialità, di vita, che forse come
professore non aveva fatto mai neanche ai suoi studenti. Ne sono passati di
anni e la mia lazialità, allora genericamente sportiva ed olimpica, ne ha fatto
di strada, e sono riuscito giorno dopo giorno ad andare sempre più in
profondità di questa storia che vide nove ragazzi di Roma andare controcorrente
in un’epoca di nazionalismi assassini e richiamarsi a quegli ideali olimpici
che solo i tanti, i troppi falliti dentro, non possono comprendere.
Per un
laziale vero una partita di calcio non sarà mai la partita della vita, ed una
sconfitta un’Hiroshima che cancella “86
anni” di storia come fortunatamente ci è stato concesso di sentire nel dopo
derby di coppa dal radiofonico romatriste di turno. Noi siamo altro e lo sport,
non solo il calcio, lo dobbiamo onorare come c’è stato insegnato dai nostri
padri e da coloro che ai nostri padri lo insegnarono, ai falliti il pensare che
una partita di pallone possa essere tutto, ma costoro non saranno mai laziali
dentro, al massimo “laziali fora”.
Tutto
questo, meglio tutto questa palla, per dire che stasera spero proprio che la
mia squadra sappia dare, contro la Juve, una lezione di sportività a coloro che
la sportività non la comprenderanno mai, auspicando che l’illusione dei romei
duri solo un giorno e con il Verona si sveglino dal sogno.
Decimo
Ps. Per inciso Lazio Inter non fu poi tanto
decisiva, considerando che loro erano l’Inter stellare di Mourinho e noi
quartultimi, e poi i romei ce la misero tutta a perdere lo scudetto con il Livorno e la Sampdoria.
Nessun commento:
Posta un commento