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29 gennaio 2014

(3) DERBY DI COPPA ITALIA, IL LAZIALE VERO VUOLE ESSERCI.

(3)
29/01/14


 

     Oggi ci giochiamo con il Napoli la possibilità di incontrare la Roma e di avere perciò due derby nella semifinale di coppa Italia, qualora passassimo il turno. Alcuni hanno paura di ciò. La Roma, in questo periodo va fortissimo, e per questo auspicano una nostra uscita con il Napoli io, al contrario, credo che questo modo di pensare sia profondamente sbagliato.

 

     La società podististica Lazio nacque per onorare lo sport olimpico che affratella i popoli, altri nacquero per fare una semplice, banale, squadra della parrocchietta pallonara, magari a volte anche forte. Come detto c’è chi vorrebbe  evitare la Roma che va come un treno. E non andava forse così prima del derby dei derby, il derby con la coppa in palio, mentre la Lazio prendeva schiaffi su schiaffi e si faceva sorpassare in campionato dalla Romea, appunto? E poi come andò a finire?

 

     Il laziale vero vuole partecipare ad ogni sfida sportiva perché è questo lo sport e in questo modo lo si onora. Ma per il laziale ogni partita, pur importante, non è mai la partita della vita, a differenza di chi, avendo avuto poco dalla vita stessa, carica una partita di pallone di significati che fotografano appieno i suoi fallimenti nel vivere di tutti i giorni.

 

     Qualcuno pensa che il clamoroso record (credo che sia un record vero e proprio) di 14 finali perse dalla Roma sia casuale? Al contrario è frutto di un modo di affrontare la vita che demanda ad una partita di pallone di  controbilanciare i fallimenti della propria vita personale, caricando quindi una finale di significati così pesanti da far tremare le gambe anche a giocatori che normalmente sanno giocare a pallone.

 

     Per questo spero che la Lazio oggi superi il turno. Per chi vince nella vita una partita di pallone è solo una partita di pallone. E poi cosa possono perdere i laziali? I Romei la stella d’argento l’hanno già appuntata sulle loro maglie e le sciarpe “io c’ero” stanno pronte in magazzino. Come fino alle 19 e 26 del 26 maggio del 2013.

 

                                                                     Decimo

 

 

Ps. La Roma ha perso 8 finali di coppa Italia (record);

      4 finali di supercoppa italiana (record):

      1 finale di coppa Uefa (1991);

      1 finale di coppa dei campioni (1984).

      In tutti questi record c’è ne è un altro. E’ la squadra che ha perso più finali contro l’Inter (8).

     

 

26 gennaio 2014

(2) LAZIO JUVENTUS. CHE PER GLI ALTRI SIA SOLO UN’ILLUSIONIE CHE DURI NEANCHE GIORNO.

(2)
25/01/14
 

 

     Lazio Inter di qualche anno fa, con lo striscione OH NOO! è una partita di cui i veri laziali, quelli che non si sono scordati del perché la Società podistica Lazio esiste, si vergogneranno sempre. La società che si vanta di essere nata per ricordare ed onorare lo sport che affratella ed unisce i popoli, con il richiamarsi alle antiche olimpiadi e soprattutto alla loro versione moderna, non può fare proprio un  comportamento, un modo di vita dei propri nemici, perché questo loro fecero a noi tanto tempo fa, come si comprende dalla foto.

 
 
 
PARLANO ... PARLANO ... E POI PARLANO ...
1972/1973 Juventini e romanisti festeggiano sul prato dell'Olimpico la vittoria della Juve che così vince lo scudetto ai danni dell Lazio


 

     Noi non siamo nati per fondare un’altra squadretta nazionalprovinciale come la stragrande maggioranza delle squadra di calcio attuali, con le loro meschinità, con il loro provincialismo, con le loro finte e traballanti alleanze, con il loro favorire qualcuno a danno di altri perché incapaci di vivere storie sportive in prima persona. Falliti che gioiscono per la vittoria di qualcuno a danno del proprio nemico. Il laziale vero non scopa con il cazzo degli altri”, perdonatemi l’orribile espressione, perché da impotente è incapace di farlo con il proprio. Perché essere laziale è una scelta di vita, un modo di essere, e solo i falliti godono della sconfitta del proprio nemico per mano d’altri.

 

     Purtroppo con l’introduzione della radio laziali si è sempre più concesso ai più casinari, ai romanisti dentro, nati laziali per sbaglio, di potersi esprimere a loro modo, con le loro intolleranze alle regole dello sport, e far spesso vincere le loro discutibilissime argomentazioni. Volere la sconfitta della propria squadra per non far vincere il mortale nemico è l’unica vittoria possibile per i falliti. Quello che purtroppo non si è voluto comprendere è che se noi ci comportiamo come i romatristi poi diventiamo come loro. In quel momento di follia collettiva, con le radio laziali a far da megafono ai più antilaziali dei comportamenti, ci trovammo in molti ad essere contenti del vantaggio dell’Inter, ma solo gli imbecilli riescono a reiterare gli errori non comprendendoli.

 

     Per questo ringrazio il professore, che con la sua voce stentorea si faceva, e spero si faccia sentire, da tutti nella parte alta della tribuna Tevere. Quando in molti, in troppi gioirono al gol dell’Inter lui si voltò, fulminandoci con gli occhi, in assoluto silenzio, per esprimere tutta la sua totale disapprovazione, dandoci una lezione di lazialità, di vita, che forse come professore non aveva fatto mai neanche ai suoi studenti. Ne sono passati di anni e la mia lazialità, allora genericamente sportiva ed olimpica, ne ha fatto di strada, e sono riuscito giorno dopo giorno ad andare sempre più in profondità di questa storia che vide nove ragazzi di Roma andare controcorrente in un’epoca di nazionalismi assassini e richiamarsi a quegli ideali olimpici che solo i tanti, i troppi falliti dentro, non possono comprendere.

 

     Per un laziale vero una partita di calcio non sarà mai la partita della vita, ed una sconfitta un’Hiroshima che  cancella “86 anni” di storia come fortunatamente ci è stato concesso di sentire nel dopo derby di coppa dal radiofonico romatriste di turno. Noi siamo altro e lo sport, non solo il calcio, lo dobbiamo onorare come c’è stato insegnato dai nostri padri e da coloro che ai nostri padri lo insegnarono, ai falliti il pensare che una partita di pallone possa essere tutto, ma costoro non saranno mai laziali dentro, al massimo “laziali fora”.

 

     Tutto questo, meglio tutto questa palla, per dire che stasera spero proprio che la mia squadra sappia dare, contro la Juve, una lezione di sportività a coloro che la sportività non la comprenderanno mai, auspicando che l’illusione dei romei duri solo un giorno e con il Verona si sveglino dal sogno.

 

                                                                Decimo   

 

 

 

 

Ps. Per inciso Lazio Inter non fu poi tanto decisiva, considerando che loro erano l’Inter stellare di Mourinho e noi quartultimi, e poi i romei ce la misero tutta  a perdere lo scudetto con il Livorno e la Sampdoria.

14 gennaio 2014

(01) POLONIA UEFA VINCONO CONTRO I TIFOSI CALCIO 149 A 0? CONTRO IL RAZZISMO O SOLO CONTRO I TIFOSI?

(01)
13/01/14

 

     Una Uefa che decide di combattere il razzismo ci sta. Una Uefa che riesce a chiudere curve solo perché qualche centinaia di persone intona slogan razzisti ci sta molto meno. Non bisogna essere un psicologo per comprendere che non si puniscono migliaia di persone per fatti commessi da pochi. Che farlo può essere estremamente pericoloso perché una parte degli esclusi senza motivo potrebbe essere portata a solidarizzare con i razzisti, e per una organizzazione sportiva che vuole combattere questi signori questo sarebbe il colmo.  

     Ci sono mezzi per punire solo gli eventuali colpevoli e la Uefa potrebbe obbligare le società di calcio e le autorità di polizia di ogni singolo paese a adottarli senza quelle odiose rappresaglie  che colpiscono cento tifosi per educarne uno, ma ho una strana sensazione, come se il razzismo sia solo un pretesto. Io da laziale, e quindi da uomo libero, ritengo che il rispetto dei diritti di tutti, soprattutto degli ultimi, sia una bandiera, sempre e comunque da cui non si può derogare.

    Per questo vedere una Uefa fremere di sdegno per i comportamenti razzisti ma tacere, volutamente distratta, quando vengono rastrellati e arrestati tifosi colpevoli solo di manifestare il proprio entusiasmo a favore della propria squadra o per aver semplicemente chiesto di essere scortati allo stadio sotto la protezione della polizia, è inaudito. Grazie a leggi liberticide, strascico evidenti della dittatura comunista, si arrestano e si condannano tifosi per “schiamazzi”. Per i burocrati della vecchia “policja” cosi evidentemente si chiamano gli slogan a favore della propria squadra fatti nel pomeriggio e non in piena notte, “SCHIAMAZZI”.    

      In Polonia si possono arrestare tifosi che sono sul marciapiede perchè disturbano il passaggio degli altri pedoni e non si proteggono in alcun modo i tifosi della squadra ospite vittime degli attacchi dei sostenitori della squadra di casa, che possono restare bellamente impuniti per le loro provocazioni. Forse qualcuno aspettava la reazione di chi subiva le provocazioni e quando questa è stata praticamente nulla si è scatenata  una vera e propria caccia all’uomo, un rastrellamento che ha portato all’arresto o al semplice fermo di centinaia di persone colpevoli solo di parlare italiano. In tutto questo è vergognoso, assordante, il silenzio dell’Uefa. 

     Anzi a pochi giorni da quei fatti ignobili, dove non è successo nulla ma si è consentito ad una polizia di arrestare così tante persone come non è successo neanche a Genova il giorno della morte di Giuliani (eppure quella città fu messa a ferro e fuoco) si annuncia che la finale di coppa Uefa nel 2015 si farà in Polonia. Bisogna pur premiare certo comportamenti.

     Che dire. Ai tifosi della Lazio l’onere e l’onore di organizzare una clamorosa manifestazione nazionale in ogni stadio, quindi non solo allo stadio olimpico, in cui il tema dovrebbe essere pressappoco questo: POLONIA E UEFA LA VOSTRA GIUSTIZIA   AL DI SOTTO DELLE NOSTRE MUTANDE. Con ovviamente le nostre mutande in bella vista a mo’ di Bravehearth.


                                                              Decimo